"Prendiamoci un caffè" e la licenziano. Protesta a Rho

Manifestazione dei colleghi in sostegno della lavoratrice lasciata a casa senza preavviso. La sua funzione è stata esternalizzata

Il presidio, al centro Anna Palmabella

Il presidio, al centro Anna Palmabella

Rho (Milano), 3 novembre 2017 - Convocata dalla direzione aziendale per "bere un caffè insieme" e dopo qualche minuto licenziata. "Mi hanno consegnato la lettera e sono stata accompagnata fuori dai cancelli". Cinquantuno anni, mamma separata con tre figli, di cui due ancora minorenni, Anna Palmabella dopo 33 anni e 8 mesi di lavoro alla Sicor-Teva Italia di Rho, azienda del settore chimico-farmaceutico, è stata licenziata senza nessun preavviso e senza nessuna comunicazione alle Rsu. Motivo? La sua mansione di impiegata nell’ufficio personale è stata soppressa, o meglio, esternalizzata.

Le organizzazioni sindacali e le Rsu hanno indetto uno sciopero di 8 ore e giovedì mattina hanno fatto un presidio di protesta davanti ai cancelli di via Terrazzano. "Le motivazioni di una protesta così forte nei confronti dell’azienda riguardano le modalità adottate per il licenziamento - dichiara Massimo Ranieri, delegato sindacale della Filctem Cgil -. Le parti sindacali non sono state coinvolte nel processo di riorganizzazione del reparto dove lavorava la nostra collega e così non abbiamo avuto la possibilità di gestire le gravi ricadute occupazionali. Insomma abbiamo scoperto dell’esubero del personale a licenziamento avvenuto. Questo comportamento è inaccettabile".

Amareggiata, ma tutt’altro che rassegnata, la lavoratrice licenziata era davanti ai cancelli insieme ai colleghi del sito che occupa 180 dipendenti: "Ho sempre lavorato tanto, facendo sacrifici, anche il sabato e la domenica da casa; solo qualche giorno prima c’era stata una riunione per definire gli obiettivi del 2018 e poi mi sono sentita dire che non hanno più bisogno di me - racconta Anna - senza alternative, senza darmi risposte, nemmeno avessi rubato, sono stata umiliata".

Un primo incontro all’Ispettorato del lavoro c’è già stato, la direzione aziendale ha offerto alla lavoratrice un compenso economico, ma lei non ci sta. "Noi chiediamo il reintegro anche con altre funzioni - dichiara Leonardo Alfarano, funzionario della Femca Cisl Milano - auspichiamo che l’azienda trovi una soluzione per risolvere la vertenza della lavoratrice che tra l’altro è monoreddito con tre figli". Anna ha bisogno di quel lavoro, tanto che è disponibile anche a essere trasferita in un altro sito. Il sindacato è con lei, sta anche garantendole il supporto legale e annuncia: "Se sarà necessario faremo altre manifestazioni e bloccheremo l’attività produttiva".