Musica per l'integrazione: il rapper Kiave in concerto con i ragazzi rifugiati

"L'hip hop è unione e consente ai giovani di esprimersi in libertà e sfogare le proprie paure"

Il rapper Kiave

Il rapper Kiave

Rho, 21 giugno 2017 - Il Mast di Rho di prepara ad una pacifica “invasione” di “Onde sonore” che domani sera (giovedì 22 giugno) pervaderanno ogni angolo della struttura nel segno dell’integrazione. Integrazione con la “I” maiuscola, quella che non s’insegna dall’alto di una cattedra, ma che si trasmette attraverso il linguaggio universale della musica. Un evento aperto a tutti, organizzato dalla Cooperativa sociale Intrecci e dal Comune di Rho, per raccontare l'attività svolta sul territorio e le storie di tanti ragazzi rifugiati. Si comincia alle 17 con una serie di laboratori di writing, arte e fotografia, per proseguire alle 19 con un “aperitivo dal mondo”. Culmine della serata alle 21 con il live del rapper Kiave e Gheesa che si esibiranno insieme ad alcuni giovani rifugiati protagonisti del progetto Sprar di Rho (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) dedicato all’hip hop. Un workshop articolato in 10 incontri curati da Kiave, rapper e freesyler cosentino da sempre particolarmente attento all'impatto che la musica può avere nella società.

Che esito ha avuto il suo percorso insieme ai ragazzi rifugiati? “Durante gli incontri abbiamo scritto e inciso 5 brani tanto che, all’evento ‘Onde sonore - Musica per l'integrazione’, due di loro si esibiranno insieme a me sul palco. A proporre i pezzi dal vivo ci saranno il nigeriano Ramsy Young e Mr. Vides che arriva da El Salvador. Si tratta di due ragazzi in gamba, entrambi hanno raggiunto un buon livello tecnico ma soprattutto hanno delle storie da raccontare come il loro arrivo in Italia e le difficoltà che hanno dovuto affrontare”.

Un esperimento simile è il primo in Italia? “Credo proprio di sì ma c’è da dire che ci sono tante altre realtà di questo tipo in tutto il Paese di cui, a volte, nemmeno si conosce l’esistenza”.

E le lezioni? Come sono state articolate? “All’inizio del nostro workshop, prima di impugnare il microfono, abbiamo affrontato un excursus sulla storia dell’hip hop. Sono convinto che conoscere una cultura che annovera al suo interno diverse arti, sia fondamentale prima di approcciarsi alla musica vera e propria. Inoltre ho notato che i ragazzi si non rispecchiati moltissimo in questa cultura nata quasi dal nulla e a costo zero che, nel corso degli anni, è riuscita poi a influenzare moltissimo anche la cultura dominante. In un secondo momento ho iniziato a impartire loro alcune nozioni più tecniche come i concetti di flow, barre e stile anche se, più che un insegnante, mi ritengo una persona in grado di fornire alcuni strumenti”.

Il progetto rimanda molto al vero spirito di aggregazione dell’hip hop… “Esatto. Questa musica è stata inventata dal nulla fra i ghetti più poveri e per contrastare il razzismo. L’hip hop è unione anche se, ultimamente, alcuni dei miei colleghi si stanno ubriacando di numeri e sold out, spesso scordando il vero spirito del rap e da dove provengono. La musica resta comunque un ottimo strumento di integrazione anche se il concetto di integrazione è un po’ al limite perché a volte rischia di sfociare nell’omologazione. La diversità, al contrario, arricchisce le persone ed è anche sinonimo di evoluzione”.

In passato si era già cimentato in progetti simili con i detenuti della Casa circondariale di Monza e del carcere minorile Beccaria di Milano… “Tanti dei detenuti con i quali ho lavorato erano ragazzi immigrati ed è proprio lì che mi è nata l’idea di intraprendere un percorso analogo nei centri d’accoglienza. Ho pensato che magari, dando loro dei mezzi e un’alternativa, possano evitare di compiere certi sbagli”.

Soddisfatto dei risultati raggiunti? “Certamente. Non posso negare la mia soddisfazione nel vedere questi ragazzi sul palco anche se le difficoltà non sono state poche. Ognuno di loro ha una storia da raccontare attraverso un mezzo potente come la musica. Con le rime cui possono esprimersi e sfogarsi. Tuttavia le loro storie spesso sono intrise di sofferenze e difficoltà”.

Che tipo di serata ci aspetta al Mast? “Tanta musica. Sul palco con me ci saranno sia Ramsy Young che Mr. Vides. Ad aprire il concerto, invece, Play TC, Gordon Ranzy, Arem C e Mari_Cere25, giovani e talentuosi rapper del posto”.