Garbagnate, dopo il blocco del fondo contrattuale scoppia la rivolta all’ospedale Salvini

In oltre 200 all’assemblea, tanti che dall’auditorium ci si sposta nell’atrio

Sul fronte sindacale si è registrata ieri una fortissima coesione del personale

Sul fronte sindacale si è registrata ieri una fortissima coesione del personale

Garbagnate Milanese (Milano), 19 novembre 2016 - «Siamo stanchi di essere presi in giro, di saltare i riposi, di non veder riconosciuti i nostri diritti». Ieri all’ospedale Salvini di Garbagnate Milanese si è tenuta un’assemblea generale del personale ospedaliero – convocata da tutte le sigle sindacali – per discutere sul blocco del fondo contrattuale. Sono circa 2.700 i lavoratori del comparto (infermieri, oss e personale di comparto) che fanno capo all’Asst del Rhodense che raggruppa gli ospedali di Rho, Passirana, Bollate e Garbagnate Milanese.

Oltre 200 invece gli operatori che hanno partecipato all’assemblea ieri mattina. Tanti, troppi per starci tutti nell’auditorium è così sono stati radunati nell’atrio dell’ospedale. «Siamo in molti, questa mattina siamo scesi in piazza dentro l’ospedale e dopo tanti anni finalmente il sindacato torna ad avere una voce in questa azienda dove da tempo la parola d’ordine è solo budget. Dei lavoratori, del loro benessere, dei loro problemi familiari e della loro professionalità, sempre più messa a rischio, non gliene importa niente».

«Forse si è dimenticato che la sanità non la fanno gli amministratori, ma chi lavora a fianco del malato nei reparti». Sono le voci dei lavoratori al megafono. «Hanno chiuso l’Unità spinale di Passirana, la terza in Europa. «Perché?», ho chiesto ai vertici dell’azienda mi hanno risposto che tanto c’è quella di Niguarda! Riprendiamoci la sanità che è della gente». E ancora. «50 euro al mese in più nella nostra busta sono vitali. Siamo pagati per fondi: una parte è fissa l’altra è variabile: c’è e non c’è. Rivendichiamo oggi un salario fisso, giusto per tutti. Lottiamo per i nostri diritti».

Portare il fondo a equilibrare la situazione retributiva e quindi professionale è l’obiettivo da raggiungere. Una delegazione dei sindacati cercherà nei prossimi giorni di incontrare l’assessore regionale alla Sanità per far conoscere le loro istanze. «Nel nuovo Piano ospedaliero (Poas) non c’è nessuna attivazione di percorsi di ricerca, non esiste volontà di attivare altre specialità, ne nessuna altra prospettiva di sviluppo per un’azienda già profondamente in crisi - dicono i rappresentati dei lavoratori -. E ci parlano di aumentare la produttività! Noi siamo la catena di montaggio della Fiat e i nostri amministratori non sono i padroni dell’azienda ospedaliera che è nostra, è della gente, è cosa pubblica».

Dall’atrio dell’ospedale l’assemblea si è trasferita ai piani alti. I lavoratori in protesta hanno chiesto di essere ascoltati dai dirigenti dell’azienda ospedaliera senza successo. Nei prossimi giorni sarà fissato un incontro fra le parti, l’auspicio è chiudere la questione e la trattativa. «Siamo in tanti, continueremo a lottare. I nostri diritti devono essere riconosciuti senza nessuna limitazione e contropartita!». A fine giornata le Rsu riunite hanno dichiarato il mantenimento dello stato di agitazione. Il prossimo passo sarà incontrare il Prefetto di Milano.