Il miracolo di Cristian Provvisionato: mette d’accordo Cinque Stelle e Pd

Appelli per l’ostaggio di Cornaredo dagli europarlamentari grillini e da Eleonora Cimbro

Lo stadio Meazza chiederà ancora la libertà di Cristian domani sera

Lo stadio Meazza chiederà ancora la libertà di Cristian domani sera

Cornaredo (Milano), 29 aprile 2017 - Dalla sua cella in Africa, dov’è rinchiuso, innocente, da oltre 20 mesi, ha fatto un miracolo che non era mai riuscito nemmeno al Presidente Mattarella: mettere d’accordo, almeno su una cosa, il Pd e il Movimento Cinque Stelle. Entrambi, infatti, sono stati protagonisti di iniziative politiche, nelle ultime ore, per chiedere a gran voce la libertà di Cristian Provvisionato, 43 anni, bodyguard di Cornaredo, ostaggio dal 15 settembre 2015 del governo mauritano, in una caserma della capitale Nouakchott. Una detenzione drammatica, che a Cristian, arrestato alla vigilia delle nozze e diabetico, è costata la perdita di oltre 30 chili nei primi cinque mesi di detenzione.

Ieri mattina è stata Eleonora Cimbro, deputata di Bollate, come già fece il collega Davide Tripiedi (M5S) ,a presentare una interrogazione parlamentare alla Commissione Affari Esteri, cui appartiene. «Ho fatto la cronistoria delle vicenda - spiega - e di fatto chiesto al ministro Alfano cosa intenda fare per risolvere la vicenda».

Il ministro Alfano aveva incontrato infatti giovedì alla Farnesina la madre di Cristian, Doina Coman, 62 anni, che aveva intrapreso una marcia di protesta sulla via Francigena, da Siena a Roma, per sensibilizzare l’Italia sul dramma della sua famiglia, che si protrae da troppo tempo. Cimbro è anche presidente della Uip (Unione Interparlamentare Italia-Marocco), che potrebbe avere un ruolo nella vicenda, visto che L’Italia ha una rappresentanza consolare in Mauritania condivisa proprio con Rabat.

Ma non è tutto. La sera prima, a intervenire con forza su Cristian, erano stati in gruppo i parlamentari europei del Movimento Cinque Stelle. con un documento e un bel video sulla storia dell’ostaggio: «Chiediamo - hanno detto - che l’Italia, gli altri Stati membri e la stessa Unione europea, tramite il suo Alto Rappresentante, si facciano carico di esercitare tutto il loro peso politico e diplomatico per sbloccare la torbida vicenda nella quale è coinvolto Provvisionato». Precisando che Cristian «è usato come agnello sacrificale, pur essendo una persona completamente innocente».

Più volte raccontata da “Il Giorno”, e oggiera decisa da settimane e, nonostante gli appelli della famiglia,  ripresa anche da tv, network e altri organi di stampa, la vicenda di Cristian inizia a ferragosto del 2015, quando lui viene contattato da una società milanese di investigazioni, per la quale lavora ogni tanto come guardia del corpo. Gli viene proposta una trasferta di un paio di settimane in Mauritania, per scortare un tecnico indiano a un meeting non meglio precisato.

Cristian, che deve sposarsi di lì a pochi mesi con la compagna Alessandra Gullo, accetta e vola in Africa. Ma già in albergo si rende conto che non ci sarà alcun meeting e che un altro funzionario torna in Italia al suo posto. Il 1 settembre, dopo avere chiesto invano istruzioni, lo arrestano.

Cos’era accaduto? La Mauritania aveva versato un milione e mezzo di eruo ad alcuno società estere, per la fornitura di sistemi software di cyber-spionaggio. la consegna era stata incompleta e Cristian era stato trattenuto come figura di garanzia. Peccato che sappia a malapena accendere un pc. 

Cristian Provvisionato ntanto ha deciso: «Venerdì 5 maggio inizio lo sciopero della fame a oltranza. Restare qui da innocente, vivo o morto, ormai è la stessa cosa». Un livello di disperazione salito settimana dopo settimana, durante l’interminabile detenzione nella caserma dove comunque, ammette, è sempre stato trattato con umanità dai militari, che gli credono, facendogli compagnia e permettendogli di uscire nei cortili. Cristian ha addirittura un cellulare, con il consenso del pm, per parlare con la compagna e i famigliari, ogni giorno. Anche la madre, Doina Coman, ha potuto vederlo e la fidanzata Alessandra, durante le sue tre visite, è stata lasciata a conversare con lui. Nonostante il crescente clamore della vicenda , Cristian è però allo stremo. E se in Italia le speranze per la sua liberazione crescono, lui sembra avere perso le forze. «La magistratura sa ormai che i colpevoli sono altri - dice il suo avvocato Fabio Schembri  - Ora la questione è solo diplomatica e solo il ministro degli Esteri può risolverla»