Prigioniero in Mauritania. "Cristian è finito in una storia più grande di lui"

L’angoscia della fidanzata Alessandra per il cornaredese Provvisionato: dal Paese africano brutti segnali

Cristian Provvisionato com’era prima e oggi debilitato dalla prigionia

Cristian Provvisionato com’era prima e oggi debilitato dalla prigionia

Cornaredo (Milano), 1 agosto 2016 - Nuovo viaggio della speranza per i famigliari di Cristian Provvisionato, il 42enne di Cornaredo, trattenuto dal Governo della Mauritania dallo scorso 1° settembre con l’accusa di truffa informatica ai danni del Paese. Ieri mattina è partito per la capitale Nouakchott, il fratello Maurizio: con sé pacchi di generi alimentari, la voglia di riabbracciare il fratello dopo dodici mesi dalla sua partenza (il 16 agosto 2015) e soprattutto la speranza di avere qualche notizia dal giudice mauritano che si sta occupando di questa storia.

"Non abbiamo notizie dal giudice da maggio - spiega la fidanzata Alessandra Gullo - che almeno ci dica qualcosa, vogliamo sapere cosa intende fare il Governo mauritano, perché la cosa più brutta è non avere risposte e non sapere cosa succederà a Cristian". Un silenzio che logora e un’attesa che non fa dormire sonni tranquilli. La fidanzata è stata da Cristian a giugno, "se avrò i soldi tornerò in Mauritania nelle prossime settimane - spiega - non è facile organizzare il viaggio, biglietto aereo e visto costano tanto".

Il suo cuore è comunque là, in quella caserma della polizia locale dove il fidanzato è prigioniero, "l’unica cosa positiva è che viene trattato bene, anche negli spostamenti non gli mettono mai le manette ai polsi".

Nel frattempo a complicare la vicenda anche la notizia che nei giorni scorsi è stato rimosso il console onorario d’Italia in Mauritania, Ahmed Baba Ould Aziz, che ricopriva l’incarico da 17 anni. Nell’articolo di un giornale in lingua francese che riporta la notizia si fa riferimento all’arresto di Cristian e a un’operazione di compravendita di materiale informatico non andata a buon fine che avrebbe fatto perdere alla Mauritania 1,5 milioni di dollari.

"È o assurdo, è la conferma che Cristian è stato ingannato, che è finito in un affare del quale non sapeva nulla e ora viene tenuto come ostaggio. Lui lavorava da poco per quella società e quando il 14 agosto dello scorso anno l’hanno chiamato proponendogli il viaggio in Mauritania per presenziare a un meeting si è fidato, ha accettato e due giorni dopo era in volo. Nulla faceva presagire quello che sarebbe successo. Noi la società l’abbiamo denunciata ma non ci ha ancora chiamato nessuno della magistratura italiana", continua Alessandra.

E l'Italia cosa sta facendo? "Purtroppo dalle poche risposte ricevute in questi mesi sembrerebbe che le nostre autorità non sappiano cosa fare. Ho scritto a tutti, abbiamo anche mandato la lettera di Cristian al presidente Mattarella e sono molto dispiaciuta per non avere avuto neppure una risposta di circostanza - si sfoga -. Mi fa piacere che dopo il consiglio comunale di Cornaredo anche in Regione sia stata approvata una mozione con la quale chiede al Governo di attivarsi per riportare a casa Cristian. Mi chiedo però come mai in questi mesi non è cambiato nulla. Ho l’impressione che dietro a questa brutta storia ci sia davvero qualcosa di molto più grande che non un semplice affare commerciale".