Bollate, quando il diploma fa rima con riscatto: missione compiuta per cinque detenuti

Completata la scuola alberghiera, grande festa in carcere

La consegna dell’attestato dopo l’esame di maturità

La consegna dell’attestato dopo l’esame di maturità

Bollate (Milano), 12 luglio 2017 - Per Sandro, 64 anni, si tratta del secondo diploma “dietro le sbarre”. Il primo a indirizzo commerciale lo ha conseguito nel carcere di Busto Arsizio. Ora per lui anche quello nel settore enogastronomia e cucina, preso dopo cinque anni di studio nella sezione della scuola alberghiera Paolo Frisi aperta all’interno del carcere di Bollate e l’esame di maturità che ha fatto nelle scorse settimane. E adesso? "Nel carcere di Opera mi ero iscritto a un corso universitario - racconta il detenuto -, poi per problemi burocratici non sono riuscito a frequentarlo. Sfrutto la detenzione per migliorare le mie conoscenze, adesso sto leggendo dei libri di sociologia, una materia che mi piace molto, anche se non riesco più a memorizzare le nozioni come una volta". Sandro è uno dei detenuti del carcere di Bollate che ha conseguito l’attestato di maturità grazie al progetto avviato cinque anni dall’istituto professionale Frisi di Quarto Oggiaro, dalla II Casa di Reclusione di Milano-Bollate e dalla Cooperativa “Abc La sapienza in Tavola”, prima con il reperimento di fondi privati e poi entrato ufficialmente tra le attività del Ministero dell’Istruzione. Un’ala del carcere è diventata una vera e propria succursale della scuola alberghiera, con cucina, sala ricevimento e un’aula di studio. Lezioni al mattino, lo studio al pomeriggio e poi gli stage con la cooperativa, catering e il lavoro dietro ai fornelli.

Ieri pomeriggio, alla presenza del direttore del carcere Massimo Parisi e della presidente della cooperativa, Silvia Polleri, si è svolta la “festa del diploma” per i quattro detenuti-studenti e un quinto detenuto, che ha iniziato la scuola in carcere e l’ha finita al Frisi grazie all’articolo 21: "È stata un’esperienza bellissima che mi ha rimesso in gioco nei confronti della società - racconta Alessandro Palmieri, 43 anni -, ho iniziato qui a Bollate e finito fuori, ora ho un diploma e una professione che mi piace. Ho preso 60/100 e sono contentissimo, non ci credevo quando me lo hanno detto".

La festa del diploma è stata anche l’occasione per consegnare le pagelle agli altri detenuti, circa 60, che frequentano le altre classi del Frisi: "Fare le cose in carcere non è sempre facile - hanno dichiarato i docenti Nicola Morea e Guido Villa -, questa maturità è dunque qualcosa di speciale, i detenuti che hanno portato a termine gli studi sono un esempio per gli altri. Ci abbiamo creduto fin dall’inizio e oggi possiamo dire che si è realizzato un sogno". Antonio, 43 anni, per esempio, si è diplomato discutendo davanti alla commissione ministeriale una tesina su Futurismo e alimenti innovativi: "Avevo frequentato la scuola alberghiera da adolescente, fuori dal carcere, ma non l’avevo mai terminata - racconta Antonio -. Quando mi hanno parlato della possibilità di riprendere gli studi qui non ci ho pensato due volte. È stata una grande esperienza anche da un punto di vista umano per il rapporto con i docenti. Devo scontare ancora due anni, ma quando esco vorrei esercitare questa professione in Italia o all’estero". Diplomati del Frisi, ma non solo. Sono complessivamente 200 i detenuti del carcere che studiano, dai corsi di alfabetizzazione, inglese e informatica, alla scuola media. Ma ci sono anche corsi avviati in questi anni dalla Statale e dalla Bicocca di Milano.