Bollate, addio Festival per l’Urban Centre

Bandi per la gestione deserti e risorse economiche a zero. Bollate potrebbe sacrificare la kermesse di Villa Arconati

L'Urban Centre è costato 3 milioni

L'Urban Centre è costato 3 milioni

Bollate (Milano), 24 settembre 2017 - «Per aprire l’Urban Centre potrebbe essere necessario metter la parola fine sul Festival di Villa Arconati». A dirlo è il sindaco Francesco Vassallo (Pd), determinato a dare vita al teatro. L’edificio – realizzato dall’ex Giunta di centrodestra nonostante la voce contraria dei comitati cittadini, delle forze politiche, dei residenti che avrebbero tenuto volentieri fontana e altalene al posto del «mostro» – è pronto da tempo ma resta vuoto.

I bandi d’interesse per affidarne la gestione sono andati deserti, risorse economiche non ce ne sono e per poterlo inaugurare si tengono le dita incrociate in attesa degli esiti dell’ultimo bando regionale a cui l’amministrazione ha partecipato per avere accesso a qualche fondo. «Anche il progetto culturale che punta a far diventare l’Urban Centre il centro di riferimento teatrale dell’area a Nord di Milano è pronto al via. «L’auditorium non dovrà pesare sulle casse comunali», diceva il primo cittadino a fine cantieri, la speranza era l’affidamento a privati. «Nessuno si è presentato e dobbiamo valutare anche la presa in carico pubblica – dice Vassallo – Avviare una stagione culturale nello scenario di crisi generale dei teatri sarà un’avventura».

Centomila euro all’anno la stima della spesa per luce, riscaldamento, pulizie e manutenzioni ordinarie. Il primo cittadino fa un’ultima chiamata alle associazioni culturali di Bollate Ghost, Nudo e Crudo Teatro, L’ora Blu. «Solo mettendovi insieme, facendo rete potrete realizzare un progetto, non vogliamo che l’Urban Centre diventi un luogo di degrado e abbandonato. L’amministrazione si renderebbe disponibile a contribuire alle spese per i primi anni di avvio», dice Vassallo e mette sul piatto l’ipotesi di una gestione condivisa con la municipalità. Intorno all’edificio che porta la firma dell’architetto Marco Sagnelli c’è un quartiere da far rinascere a due passi dal centro. La nuova piazza della Resistenza, l’Expo park da poco inaugurati, i primi nuovi intonaci sulle facciate dei casermoni Aler di via Turati 40 fanno da cornice. Tenere chiuso l’auditorium delle contestazioni «non si può». L’Urban Centre, chiavi in mano, è già costato più di 3milioni. Senza alternative, i soldi necessari per coprire i costi vivi annui andranno tolti dai capitoli dedicati allo storico Festival musicale di Villa Arconati e dirottati qui. «Non vedo altre soluzioni: non si può fare il passo più lungo della gamba – conclude Vassallo – Amministrare significa anche fare scelte che non vorresti».