Bollate, via Turati 40: "Fortino? Sì, dell'oblio"

Il caso della spacciatrice arrestata riaccende i riflettori su vent'anni di problemi. "Ma qui vivono bravissime persone"

Un protesta sull'amianto nei casermoni

Un protesta sull'amianto nei casermoni

Bollate (Milano), 2 febbraio 2017 - Nei "palazzi brutti" di Bollate, come qualcuno li ha ribattezzati, nessuno poteva immaginare che imbianchini, operai del Comune e tecnici dell’ascensore fossero in realtà poliziotti del Commissariato di Quarto Oggiaro, travestiti. In via Turati 40 tutti speravano che finalmente, dopo mesi di stop, fossero ripresi i lavori della lenta riqualificazione dei caseggiati Aler. E invece no, imbianchini, operai del Comune e tecnici dell’ascensore, erano lì per "nonna Rosa" o "Colomba bianca", all’anagrafe Rosanna Pitino, una incensurata di 57 anni che gestiva lo spaccio di cocaina. E così, martedì mattina, per l’ennesima volta, la speranza di veder decollare il Contratto di Quartiere è svanita appena si è sparsa la notizia dell’arresto dell’inquilina della scala M, quella che viveva in un appartamento blindato con il cancello.

Una vicina  di casa che si vedeva poco, come spesso accade nei palazzoni popolari, ma che aveva insospettito gli stessi residenti per il viavai di persone, tanto che qualcuno di loro lo aveva segnalato alle forze dell’ordine.

"Ma non chiamatelo fortino della droga", tuona il sindaco Francesco Vassallo. Che aggiunge: "Mi sembra una definizione eccessiva, è stato un arresto per droga, in quei palazzoni vivono bravissime persone". Linda, invece, scrive sui social network: "Sono nata e cresciuta li, non è vero che c’è criminalità".

Incuria, degrado e abusivismo, invece sì, ci sono da almeno vent’anni e lo sanno benissimo le 200 famiglie che, nonostante proteste e promesse, devono fare quotidianamente i conti con infiltrazioni d’acqua e amianto sopra le teste. "Solo il 15% dei lavori di riqualificazione previsti nel Contratto di Quartiere è stato realizzato - aggiunge il sindaco -. I lavori iniziati nel 2013 hanno subito ritardi, rallentamenti, ci sono stati problemi con l’impresa che aveva vinto l’appalto. Ma noi siamo al fianco dei cittadini di via Turati - continua e abbiamo costituito un tavolo permanente, una sorta di osservatorio, al quale partecipano Aler, Asl, la cooperativa Alveare per monitorare la situazione che purtroppo, da un punto di vista edilizio, non è cambiata molto negli ultimi anni".

Parole, ma anche fatti. La scorsa estate sindaco e assessori, insieme ad alcuni inquilini Aler e cittadini, si erano rimboccati le maniche per il "T40 Day" una pulizia straordinaria dei casermoni. Un segno tangibile per ribadire che il riscatto dei palazzoni di via Turati 40 sta a cuore a molti. Un aiuto concreto agli inquilini che vivono in situazioni disagiate, non per colpa loro, ma a causa della mancata manutenzione. "Senza riqualificazione è difficile far decollare anche i progetto sociali, culturali e di integrazione previsti nel Contratto di Quartiere", conclude Vassallo.

All’indomani dell’arresto per droga, riaccesi i riflettori sui «palazzi brutti", in molti degli inquilini c’è di nuovo la speranza che i prossimi tecnici o imbianchini siano quelli dell’impresa che dovrà restituire dignità ai loro appartamenti e alla vita del quartiere.