Carcere di Bollate: agente colpito con una testata al volto da detenuto

Non voleva rientrare in cella. Nuovo episodio di violenza nell’istituto di pena all’avanguardia in Italia

Scricchiola il modello Bollate

Scricchiola il modello Bollate

Bollate (Milano), 17 maggio 2017 - E' successo ancora nel carcere di Bollate, il carcere modello per il trattamento dei detenuti. Un agente della polizia penitenziaria è stato colpito con una testata al viso da un detenuto. Una nuova ombra che si allunga sull’istituto di pena all’avanguardia in Italia, dopo altri episodi simili e vari casi di evasione di detenuti in permesso. Protagonista, questa volta, un marocchino che sta scontando una pena di 9 anni e 4 mesi per violenza sessuale. A denunciare l’accaduto è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) che sollecita «interventi urgenti» ed evidenzia come «questo nuovo grave evento critico è l’ennesimo finalizzato a destabilizzare l’ordine e la sicurezza in un carcere, che vede per protagonista sempre lo stesso detenuto, che evidentemente crede di poter fare quel che vuole nei penitenziari del nostro Paese, forte della sue denunce per presunti abusi da parte di agenti che però sono state quasi sempre archiviate dai giudici».

Il fatto è successo domenica pomeriggio mentre erano in corso le procedure di chiusura delle celle al VII reparto. «Il detenuto si è rifiutato di entrare nella cella - racconta Alfonso Greco, segretario regionale Sappe per la Lombardia - ed ha violentemente colpito con una testata al viso, senza ragione e senza motivo, l’Agente di Polizia Penitenziaria di servizio. Il poliziotto è stato poi accompagnato presso il locale nosocomio per le cure del caso. A lui va la solidarietà e la vicinanza del Sappe, ma è inaccettabile che sempre questo detenuto si renda responsabile di atti di violenza contro i poliziotti penitenziari, a Bollate ed in ogni altro carcere dove è ristretto».

Il racconto, la denuncia e l’appello del sindacato al ministro della giustizia Andrea Orlando, arrivano direttamente da Polignano (Ba), dove è in corso il XXX Consiglio Nazionale del Sappe, «le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi antiscavalcamento, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri, espellendo i detenuti stranieri - commenta il Segretario Generale Donato Capece - altro che la vigilanza dinamica. Il detenuto protagonista dell’ultima aggressione a Bollate è stato destinatario, nel suo peregrinare nelle carceri italiani, di oltre 40 procedimenti disciplinari e deferimenti a diverse Procura della Repubblica per resistenza, minaccia, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale. Anche l’ultimo episodio è gravissimo eppure le nostre denunce rimangono inascoltate».