Rho, la Biblioteca dei Padri Oblati mette in mostra i suoi tesori

Anche pezzi unici tra i 60mila volumi che vanno trattati con i guanti bianchi

Paola Conti

Paola Conti

Rho (Milano), 19 aprile 2017 - Infila guanti bianchi in cotone, Barbara Conti, quando ci mostra un incunabolo realizzato tra la metà del XV secolo e il 1500 con la tecnica dei caratteri mobili. Stessa cura quando prende tra le mani la copia de Il processo di San Carlo e con orgoglio aggiunge: «Esistono solo due copie, l’altra è custodita nella Biblioteca Trivulziana». Storica dell’arte, insieme a padre Gianfranco Barbieri (bibliotecario) e Stefano Lavazza, architetto e conservatore del patrimonio artistico, è impegnata da un paio di anni nell’affascinante lavoro di studio e catalogazione dei 60.000 volumi della Biblioteca dei Padri Oblati Missionari.

Un vero e proprio patrimonio culturale fatto di cinquecentine, testi di patrologia, liturgia, documenti rari e pezzi unici, enciclopedie raccolte nei secoli dai Padri o donate da privati e famiglie della borghesia milanese. La Biblioteca è chiusa al pubblico, ma in occasione della manifestazione «Fuori Tempo di Libri» che si terrà da oggi a domenica in concomitanza con «Tempo di libri», aprirà al pubblico con visite guidate sabato in collaborazione con gli studenti del liceo classico Rebora.

L’abbiamo visitata in anteprima: collocata al secondo piano del Collegio, in un lungo corridoio che ospita decine di scaffali, scrivanie per lo studio e piccole stanze dove in ordine alfabetico sono custoditi i libri non esposti. «Questa biblioteca come luogo dove vengono esposti i libri, con una sala studio, nasce nel 2005 – racconta padre Barbieri – Qui solitamente vengono solo padri Oblati, su richiesta anche universitari che stanno preparando le tesi di laurea. Abbiamo deciso di aprirla al pubblico con visite guidate, perché il desiderio è che non venga dispersa questa ricchezza culturale. Questa Biblioteca è fonte autentica e genuina per conoscere la storia anche la storia del Collegio».

La storia della Biblioteca parte da molto lontano e, in qualche modo, si intreccia con quella di due biblioteche illustri, come la Biblioteca Angelica di Roma e la Biblioteca Ambrosiana di Milano. Negli anni ci sono state anche delle spoliazioni, «l’ultima alla fine della seconda Guerra Mondiale quando molti libri furono portati all’Ambrosiana di Milano», spiega Barbara Conti. Ma anche importanti donazioni: da quella del 1840 da parte di Luisa Castelli Visconti di Modrone, cioè 138 volumi della sua collezione privata all’ultima del 1971 da parte dell’Università Cattolica, 400 volumetti di poche pagine ma preziosi. Un luogo per i libri con una storia, «già nella seconda metà dell’800 nel Collegio c’era una biblioteca strutturata con scaffali e scansie che purtroppo oggi non c’è più - spiega l’architetto Lavazza – Nella parte archivistica c’è una sezione fotografica, ci sono documenti relativi alla congregazione degli Oblati, importanti manoscritti, disegni di progetti architettonici di questo luogo e della sua evoluzione nei secoli. Ricordiamo che la storia qui inizia nel 1584 quando l’Arcivescovo Carlo Borromeo pose la prima pietra».