Baranzate, un aiuto per la famiglia che vive in auto

Persi casa e lavoro, non la voglia di restare uniti con dignità

Francesco, 60 anni, ha trasformato in casa la sua station wagon

Francesco, 60 anni, ha trasformato in casa la sua station wagon

Baranzate (Milano), 1 dicembre 2018 - La solidarietà in  gocce non salva una famiglia di Baranzate. Papà, mamma e figlia vivono in un’auto da giorni. Francesco il papà, 60 anni, disoccupato da tempo dopo 28 anni di ortomercato, di giorno si piazza con l’auto davanti al Comune in segno di protesta. Sei anni fa ha perso il lavoro e con quel che aveva messo da parte è andato avanti fin quando ha potuto. I soldi sono finiti e due anni fa hanno perso anche la casa. Da quel momento è cominciato l’incubo. Per Chiara (nome di fantasia) soprattutto che ha solo 12 anni. Rimasta senza un tetto ogni mattina, non importa dove si trovi, si prepara e il papà la accompagna a scuola. Frequenta l’indirizzo musicale, per lei è una fortuna quando c’è il tempo pieno e può fermarsi in classe fino alle 16.30 e restare al caldo. Dopo la perdita della casa il Comune e la parrocchia avevano trovato per loro alloggi temporanei. L’ultima dimora, un ex ufficio, hanno dovuto lasciarlo e la loro situazione è precipitata. Chiara ospitata da subito da un pensionato che l’ha potuta accogliere insieme alla mamma per alcuni giorni, da diverse notti si arrangia da alcuni amici di famiglia, dagli amici degli amici. Le dà una mano l’associazione ProTetto di Milano. Francesco, invece, dorme in macchina e di giorno cerca a modo suo di trovare soluzioni. Ha modi bruschi, usa toni forti e non misura le parole, quando chiede una casa e un lavoro («non voglio l’elemosina»), lo fa dando sfogo a tutta la sua rabbia e aiutarlo diventa sempre più difficile.

«Il 23 ottobre è stata formalizzata una diffida alla riconsegna dei locali, l’ex ufficio, per non perdere dei fondi regionali per la trasformazione dello spazio in appartamenti di edilizia residenziale pubblica. A seguito della diffida il Comune ha concesso, alla famiglia, un ulteriore contributo economico - spiegano in una nota diffusa dalla municipalità -. L’Amministrazione si è sempre prodigata per trovare soluzioni alloggiative per la minore, sempre, però, rifiutate dai genitori. Inoltre a seguito di reiterate aggressioni verbali da parte del padre verso dipendenti e amministratori comunali si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine». Nonostante tutto Chiara vuole restare con la famiglia. È Mara l’unica parente rimasta vicina allo zio che ieri ha lanciato un appello sul web: «Chi può aiutare questa famiglia?».