Baranzate, onorificenza al merito a don Paolo: "In prima linea per l’integrazione"

Il parroco di Sant’Arialdo premiato dal presidente Mattarella

Don Paolo Steffano è a Baranzate da 13 anni

Don Paolo Steffano è a Baranzate da 13 anni

Baranzate (Milano), 19 novembre 2017 - C'è anche don Paolo Felice Giovanni Steffano, il parroco di Sant’Arialdo di Baranzate, tra i destinatari delle 30 onorificenze al merito conferite dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Don Paolo, 52 anni, è stato insignito come Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana "per il suo contributo a favore di una politica di pacifica convivenza e piena integrazione degli stranieri immigrati nell’hinterland milanese". Sveglia presto ogni mattina nel quartiere Gorizia, popolato da 72 etnie diverse e con una incidenza di stranieri pari al 40%, dove non c’è tempo di riposare. All’asilo 85 bambini su 100 non sono di cittadinanza italiana. A poca distanza c’è il campo rom di via Monte Bisbino.

La parrocchia li accoglie tutti: cattolici, ortodossi, islamici. È una grande chiesa con oratorio, palestra, il giardino delle Parabole con le piante della Bibbia, l’orto, il centro Caritas, la sartoria migrante “Fiori all’occhiello”. Opera di don Paolo sono anche l’associazione La Rotonda, la scuola di italiano per stranieri, il doposcuola, l’accoglienza delle famiglie dei malati dell’ospedale Sacco, circa un centinaio all’anno i parenti che vengono ospitati. In un ex capannone industriale ha organizzato uno spaccio dove ogni martedì e venerdì si distribuiscono le verdure fresche che avanzano dai banchi della grande distribuzione. Mentre un giorno alla settimana c’è la consegna del secco: biscotti, pasta, riso. Riescono così ad aiutare ogni settimana circa 200 famiglie fragili. "A chi dedico questo riconoscimento? A tutte le famiglie del quartiere, alle persone che collaborano con me ogni giorno, che sono tante, italiane e straniere, e a cui insegno a diventare autonome. Un ufficiale senza esercito non può andare molto lontano", commenta il sacerdote. Ieri mattina le telecamere della televisione sono andate a intervistarlo e lui si è raccontato facendo parlare il quartiere di via Gorizia, conosciuto per il degrado, famoso per essere il più multietnico d’Italia dove convivono, dialogando, italiani, cinesi, albanesi, romeni, maghrebini, bulgari, sudamericani.

Tante etnie presenti, ma "una sola lingua per tutti, quella della relazione - dice Don Paolo -. Ho tanti collaboratori che parlano molte lingue, ma il sapere intellettuale non basta, quello umano va oltre ogni barriera. Gli stranieri che vogliono vivere qui devono imparare l’italiano e io ho imparato a salutarli in tutte le lingue, conoscersi è il primo passo". Don Paolo, sacerdote da 27 anni, milanese della zona Magenta, famiglia borghese, cresciuto negli scout, a Baranzate è arrivato 13 anni e mezzo fa, il trasferimento in un’altra parrocchia potrebbe essere dietro l’angolo. "Restare o andarmene non dipende da me - dice -. Le relazioni importanti proseguono e le cose fatte, quelle che hanno un valore, avranno la forza di proseguire da sole".