I proprietari dell’ultima area agricola a Baranzate: "Tante tasse, ma vietato costruire"

La tesi: stanchi di pagare le tasse senza nemmeno poter mettere un paletto a terra

Lo scorso giugno l’ultimatum: sei mesi per il consorzio

Lo scorso giugno l’ultimatum: sei mesi per il consorzio

Baranzate (Milano), 3 dicembre 2016 - «Siamo stanchi di pagare le tasse senza nemmeno poter mettere un paletto a terra». A dirlo sono i proprietari dell’ultima area agricola di Baranzate, circa 124.000 metri quadrati di terreno tra le vie Merano e Manzoni, frastagliato in tanti piccoli lotti. Oltre 100 i proprietari, fra loro i figli delle vecchie famiglie di agricoltori, pensionati, piccoli risparmiatori, la parrocchia e il Comune. Una distesa verde, circondata da case, strade e palazzi che da Baranzate arriva ai confini con Novate, a cui la vecchia amministrazione comunale ha tolto la destinazione agricola per dargliene una residenziale. Non sono mancate le battaglie politiche contro il consumo di suolo all’epoca dei fatti nel 2014, ma l’iter di approvazione del Piano è andato avanti. Il nuovo governo cittadino ha portato delle novità che stanno continuando a costare salato ai proprietari. «Eppure è chiaro che questa operazione non ha fini speculativi», sottolineano alcuni fra gli interessati riuniti nei giorni scorsi per fare il punto sulla questione, fra loro c’è uno dei maggiori proprietari dei terreni, si tratta di un anziano signore che possiede dal 1890 i campi che erano della sua famiglia da generazioni.

Il 70% di quest’area appartiene a famiglie baranzatesi che 40, 50 anni fa avevano comprato un fazzoletto di terra per farci l’orto, per mettere qualche risparmio al sicuro e che da 5 anni si trovano a dove pagare Imu e Tasi senza di fatto poter godere dell’edificabilità dei terreni. Dal 2012 ad oggi, infatti, hanno versato più di 500mila euro all’erario «e la terza rata e prossima, il 16 dicembre dovremo versare altri 55mila euro è così ogni semestre». A bloccare tutto prima di poter dare avvio al Piano edificatorio, c’è una complessa convenzione da stringere con la municipalità che non mette tutti d’accordo.

Il dialogo fra le parti fino ad ora non ha funzionato e i proprietari si sono rivolti al Tar dopo essersi visti recapitare a giugno scorso l’ultimatum dell’amministrazione comunale: tempo sei mesi per decidere il da farsi e riunirsi in consorzio, in caso contrario l’amministrazione procederà d’ufficio. Il tribunale regionale ha sospeso il procedimento e invitato ente comunale e cittadini proprietari a mettersi al tavolo per trovare una soluzione condivisa entro gennaio 2018. «Saranno realizzati più di 6 ettari di parco a noi resterà il 25% dell’usufrutto, tutto il resto dell’area sarà ceduta a uso pubblico in caso di costruzione. Si tratta di un’occasione di sviluppo imperdibile per Baranzate che si trova a un passo dalla concreta possibilità di riqualificare un’area attualmente inutilizzata», insistono i proprietari invitando il sindaco a rimettersi al tavolo. «Va ridiscussa al più presto la convenzione – dicono -. L’operatore è dietro l’angolo».