Arese, amianto killer: muore un altro ex operaio dell'Alfa Romeo

Ieri le esequie con molti sindacalisti ed ex colleghi di lavoro

Il funerale dell'ex operaio

Il funerale dell'ex operaio

Arese (Milano), 22 settembre 2015 - Sulla cartella clinica dell’ospedale di Firenze si parla di "mesotelioma". Per questo motivo, venerdì pomeriggio, è morto Alfonso Rossi, 71 anni, ex operaio dell’Alfa Romeo, prima al Portello di Milano e poi ad Arese. L’ennesimo decesso per "tumore da amianto" nella fabbrica automobilistica aresina proprio a pochi giorni dalla ripresa del processo contro Paolo Cantarella, amministratore delegato di Fiat Auto tra il 1991 e il 1996, e altri sei ex manager accusati di omicidio colposo plurimo per le morte di 15 operai.

Secondo l’accusa, i decessi avvenuti dalla metà degli anni 2000, sarebbero dovuti alla presenza di amianto nello stabilimento. Giovedì 24 settembre, dopo una pausa estiva, il processo riprenderà davanti al giudice della nona sezione penale del Tribunale di Milano, Paola Maria Braggion. In aula ci saranno nuovi testimoni dell’accusa. Intanto, purtroppo, nella lista dei morti per amianto si aggiunge il nome di Alfonso Rossi. L’ex operaio che viveva a Milano aveva lavorano in fonderia e forgiatura negli anni ‘60 e ‘80, senza protezioni, a contatto con l’amianto.

"Ha iniziato a stare male lo scorso novembre - racconta Rocco Bellomo, ex dipendente Fiat e delegato sindacale - l’intervento e le cure mediche non sono bastate. Alfonso forse aveva capito la causa del suo male ma ha combattuto fino all’ultimo, proprio come aveva fatto in fabbrica come delegato sindacale".

L’ex operaio che aveva trascorso i mesi estivi in Toscana, in una vecchia cascina, era rientrato da qualche settimana a Milano perché le sue condizioni si erano aggravate. La sua storia professionale e la sua cartella clinica sono già nelle mani del pm Maurizio Ascione, il pubblico ministero del processo in corso, "quando mi hanno interrogato nei mesi scorsi Alfonso era già in ospedale, l’ho convinto a fare una denuncia penale e poi io ho raccontato in aula la sua storia e ho consegnato tutta la documentazione al pm - dice Corrado Delle Donne, rappresentante sindacale dello Slai Cobas - credo che per lui e per altri operai si aprirà un procedimento parallelo a quello già in corso".

Ieri pomeriggio a dare l’ultimo saluto "al compagno Alfonso" c’erano tanti ex operai Alfa Romeo e sindacalisti con cui aveva condiviso gli anni di lavoro in fabbrica e le prime battaglia proprio contro il "mostro" che ormai aveva nei polmoni.