Baranzate, 22 giugno 2014 - È la prima volta in Italia: la popolazione supera la soglia del 30 per cento. Accade a Baranzate, dove si aggiunge anche il primato dei nati stranieri: sei ogni dieci. Emerge dallo studio messo a punto dalla Fondazione Leone Moressa, che ha analizzato i dati del bilancio demografico dell’Istat al 31 dicembre 2013: quasi un abitante ogni tre è straniero (il 30% di 11.538 abitanti, significa quasi tremilacinquecento persone).

Più della metà degli abitanti, dunque, non è nata in Italia. Ci sono europei dell’Est (romeni, moldavi e albanesi), africani (senegalesi e maghrebini) e asiatici (cinesi e filippini). Basta camminare lungo l’interminabile via Gorizia, la main street di Baranzate, fra negozi stranieri, edicole con locandine di tutto il mondo, i kebab e le vetrine dei cinesi. Passare dal palazzone di via Aquileia, dove convivono cittadini di 72 diverse nazionalità per accorgersene.

Senegalesi, brasiliani, palestinesi, cingalesi, romeni, cinesi, marocchini, cileni, peruviani e molte famiglie del Sud, il ceppo storico della prima emigrazione in questo Comune. L’integrazione a Baranzate comincia a scuola, si vive in oratorio, dove si incrociano alunni italiani, stranieri e rom.

All'istituto comprensivo Rodari, l’unico ente scolastico pubblico del Comune, ci sono in tutto 880 ragazzi delle scuole medie, con una quota di alunni di origine straniera che supera il 50 per cento. Fra questi sono 540 gli studenti che arrivano da diverse nazionalità iscritti, di cui 70 rom.

«L’integrazione è un problema, spesso è una fatica se pensiamo alle poche risorse che abbiamo a disposizione per attuarla — commenta il sindaco Giuseppe Corbari — Ma Baranzate si distingue per il suo animo di accoglienza e andiamo avanti, siamo un passo avanti rispetto al resto del Paese. Solo ieri sera all’oratorio di Sant’Arialdo ho assistito a un musical organizzato dai ragazzi, sul palco c’erano giovani di ogni nazionalità, uno spettacolo bellissimo. Questo ha un significato preciso: se le persone sono intelligenti possono convivere. Tanti arrivano qui senza lavoro, senza soldi e noi facciamo sforzi quotidiani per affrontare le più disparate situazioni. La rabbia? Le istituzioni sovracomunali di tutto questo non si rendono nemmeno conto».

Anche il prossimo settembre in via Gorizia torna «Il mondo in quartiere», quinta edizione della festa interculturale promossa dall’amministrazione comunale, dall’oratorio, dai mediatori culturali insieme ai comitati degli abitanti della via. Per un giorno tutto e tutti si integrano e la convivenza, non sempre facile, va avanti e regge la sfida.