Cornaredo (Milano), 25 aprile 2014 - Dopo trent’anni di attività ha deciso di chiudere il suo negozio d’abbigliamento. «Potevo lavorare ancora dieci anni, ma la crisi, le tasse, i contributi all’Inps, l’apertura dei centri commerciali e il calo di clienti, rendono tutto difficile», spiega Graziella Pellegrino, 62 anni, titolare del negozio Olmo Shop, di San Pietro all’Olmo, frazione di Cornaredo. Una storia simile a quella di centinaia di commercianti che in questi mesi hanno abbassato la saracinesca per sempre. Ma Graziella oltre all’amarezza per la chiusura del negozio è infuriata per la beffa subìta. Nei giorni scorsi non ha fatto in tempo a esporre un cartello per avvisare i clienti della svendita totale prima della chiusura che ha ricevuto la cartella esattoriale con una multa di 183 euro per il mancato pagamento dell’imposta comunale sulla pubblicità. L’incredibile zelo è imputabile alla società San Marco Spa, concessionaria comunale della riscossione delle imposte.

Il cartello era stato realizzato a mano da Graziella: «Avevo chiesto un preventivo in tipografia per fare dei manifesti con la scritta “Svendita totale”, mi avevano chiesto 100 euro, ho deciso di risparmiare e ho fatto il cartello da sola — racconta — ho appeso il cartello intorno alle 20 e il giorno dopo mi è stata notificata la multa da 183 euro. È una vergogna. Io non sapevo che era necessario pagare l’imposta, non volevo commettere qualcosa di illegale, ma loro, anziché mandare una persona per avvisarmi che dovevo pagare oppure togliere quel cartello, mi hanno spedito subito la multa. Sono peggio di Equitalia. È uno scandalo. Io ho sbagliato ingenuamente, ma loro si sono comportati da veri gabellieri».

Insomma Graziella non mette in dubbio l’irregolarità, ma il metodo usato per punire la sua violazione: «È un finale davvero amaro, sono delusa e arrabbiata. Ho chiesto spiegazioni in Comune, hanno fatto il gioco dello scaricabarile. E pensare che in questi 30 anni di attività commerciale a San Pietro all’Olmo mi sono sembre data da fare per organizzare eventi con l’obiettivo di rivitalizzare la frazione. Forse il Comune non ha capito che quando si chiude un negozio per sempre muore un pezzo di paese». Graziella, che dopo aver esternato la sua rabbia intende ovviamente pagare la multa, avverte: «Pagherò con monetine da cinque centesimi». La società San Marco, contattata, per il momento non rilascia nessuna replica.

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