Pero, 23 aprile 2014 - «Anziché ridurre le tariffe hanno ridotto le porzioni. Vergogna». È bastata una foto scattata dal presidente del consiglio d’istituto, postata su Facebook, e in pochi minuti a Pero è esplosa una nuova protesta tra i genitori della scuola primaria.

Da mesi sono sul piede di guerra per chiedere la riduzione delle tariffe del servizio mensa, aumentate del 30 per cento lo scorso settembre. Oggi, per esempio, alle famiglie con la fascia Isee più alta il buono mensa costa 5.75 euro al giorno.

Ma nonostante scioperi e incontri del comitato genitori con l’amministrazione comunale, gli auspicati tagli delle tariffe non ci sono stati. Indignati e ora anche beffati. Al caro mensa si è aggiunta la riduzione delle porzioni di cibo servite come documentato nelle foto. «Il piatto con il secondo servito ai nostri figli mi sembrava davvero poco, ho chiesto se quel giorno c’erano stati dei problemi al centro cottura da giustificare quelle porzioni, mi è stato risposto che quello era la consuetudine. Anche il giorno dopo le porzioni erano ridicole : spiega Adelaide Gallo, presidente del comitato genitori scuole di Pero e Cerchiate —. La questione sulla quantità di cibo era stata sollevata anche qualche mese fa e ci avevano risposto che era stata l’Asl con una circolare a chiedere la riduzione delle porzioni perché ci sono molti casi di bambini obesi e per evitare lo spreco alimentare. È assurdo, non vogliamo che venga sprecato cibo, anzi abbiamo anche avviato un ragionamento sull’uso degli avanzi della mensa, ma vogliamo chiarezza sui costi reali del pasto, sulla qualità e quantità del cibo servito».

In attesa di risposte, intanto, la foto del piatto, con un pezzettino di pollo e una manciata di finocchi in insalata, ha sollevato vivaci polemiche. Qualche mamma proprone di «togliere i figli dalla mensa e preparare loro il famoso cestino, come unico mezzo di lotta contro gli appalti malgestiti delle mense e per salvaguardare la salute dei figli». Un’altra scrive: «Mio figlio da tempo si lamenta, dice che la qualità è peggiorata e la quantità diminuita».
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