di Roberta Rampini

Arese (Milano), 16 aprile 2014 - Assolti con formula piena «per non aver commesso il fatto». Nuova vittoria giudiziaria per le ex tute blu dell’Alfa Romeo di Arese. Ieri mattina la terza sezione della Corte d’Appello del Tribunale di Milano ha assolto 29 ex cassintegrati della Fiat condannati a due mesi di carcere per «violenza privata» dal Tribunale di Rho.

Secondo i magistrati della Corte d’Appello presieduta da Rosario Spina, i 29 imputati denunciati dall’Abp, proprietaria dell’area industriale aresina, per aver bloccato e impedito l’accesso ai camion e alle persone, non hanno commesso alcun reato. I fatti risalgono al 4 aprile 2007. In quei giorni i cassintegrati dell’Alfa di Arese e alcuni operai della Rina, società di servizi che si era insediata nell’area di proprietà di Abp, protestavano davanti alla portineria Est per chiedere il rispetto degli accordi sindacali sottoscritti nel 2003.

«Gli americani proprietari dell’area e le aziende che si insediavano nell’area industriale avevano l’obbligo in base agli accordi sindacali di assumere i cassintegrati Fiat - ricorda Corrado Delle Donne, rappresentante dello Slai Cobas - ma tutti facevano i loro affari e nessuno voleva adempiere agli obblighi occupazionali». Così quotidianamente il sindacato di base e le ex tute blu organizzavano presidi di protesta davanti alle portinerie. «Nonostante la testimonianza delle forze dell’ordine a favore dei cassintegrati, il Tribunale rhodense in primo grado il 22 ottobre 2012 aveva condannato tutti - conclude il sindacalista - ora un’altra sentenza a nostro favore». Si terrà invece il 16 luglio davanti al giudice di pace di Rho, Marco Cavalleri, la prossima udienza del procedimento penale contro un paramilitare addetto alla sicurezza della portineria Est dell’area ex Alfa Romeo di Arese, accusato di aver aggredito quattro delegati dello Slai Cobas. I fatti risalgono al 6 aprile 2007 ma intoppi burocratici e ben tre rinvii hanno impedito ai sindacalisti di avere giustizia. Molti dei cassintegrati assolti ieri nel 2009 vennero assunti dall’Innova Service e oggi sono ancora in lotta, per chiedere il rispetto della sentenza della Corte d’Appello che 10 mesi fa ordinò il reintegro al posto di lavoro e il pagamento degli stipendi arretrati.

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