Bollate (Milano), 13 febbraio 2014 - Da giorni la sua vita è cambiata. «Non vivo più. Anche mia figlia è sconvolta. Dobbiamo stare in casa perchè riceviamo minacce e insulti». Mina è la mamma di G. la ragazza quattordicenne di Bollate che martedì 4 febbraio ha picchiato Simona (nome di fantasia) davanti all’Itcs Levi di via Varalli. Una lite tra adolescenti registrata con i telefonini da alcuni ragazzi e postata su Facebook da un adulto. Mina è separata, ha cresciuto da sola due figli. Lavora tutto il giorno a Milano e poi la sera corre a casa dai suoi figli.

«Ora rischio anche di perdere il posto per colpa dell’ignoranza della gente. Ho dovuto prendere un avvocato per tutelare la mia famiglia e G. non vuole più andare a scuola, quel filmato le ha rovinato l’esistenza». A raccontare l’accaduto alla mamma non è stata G. ma un suo tutor che il giorno dopo quella lite ha visto la ragazza turbata e preoccupata: «Mi hanno avvisato mercoledì sera, siamo andati dai carabinieri di Bollate e abbiamo raccontato cosa era successo - racconta la mamma -. Io non giustifico mia figlia, ha sbagliato, è giusto che paghi, però in questi giorni è stata descritta come un mostro e questo non è vero. Hanno parlato di bullismo ma è una bugia: lei quella mattina non si è svegliata con l’intenzione di andare a picchiare qualcuno, aveva un appuntamento davanti alla scuola con S., ma da giorni veniva offesa e minacciata su Ask e con messaggi su Whatsapp, abbiamo anche le registrazioni vocali di quello che le dicevano. Cose offensive contro di lei e contro di me». Tutta quella rabbia e alcune frasi che si sentono nel video avevano fin da subito insinuato qualche dubbio sulle vere motivazioni del pestaggio. La ragazza picchiata, inoltre, non sarebbe intervenuta in difesa di un’amica. «Mia figlia ha avuto la sfortuna di essere stata ripresa e pubblicata su facebook, se il fatto fosse rimasto privato lei avrebbe sicuramente pagato per quello che ha fatto, ma in privato, non davanti al mondo intero, G. si rende conto dello sbaglio che ha fatto, non merita quello che le sta accadendo», continua la mamma. E ora che tutti sanno che a pubblicare il video su facebook non è stato un ragazzino ignaro delle conseguenze anche la mamma si interroga sulle ragioni che hanno spinto un adulto a tutto ciò: «Doveva portarlo dai carabinieri di Bollate. Non ha scuse. Spero che almeno oggi si renda conto delle conseguenze che il suo gesto ha avuto sulla vita di una ragazzina».

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