Bollate (Milano), 10 febbraio 2014 - «Preferiamo non parlare. Quello che avevamo da dire lo abbiamo raccontato ai carabinieri». Nessuna intervista. Non ora. E soprattutto non alla figlia. Rispondono così al telefono i genitori di Simona (nome di fantasia), la quattordicenne picchiata martedì scorso davanti all’Itc Primo Levi di Bollate da una coetanea. Che ieri per la prima volta ha usato parole di scusa e pentimento. Un vero e proprio pestaggio sotto gli occhi di una quindicina di amici e amiche che, nonostante le invocazioni della vittima - «vi prego aiutatemi» - non sono intervenuti in sua difesa. Un vero e proprio agguato (si erano date appuntamento su Ask) che è stato filmato dai ragazzi con i telefonini. Il video di un minuto e quarantacinque secondi è stato pubblicato su facebook e in poche ore ha avuto centinaia di migliaia di condivisioni.

Al telefono incalziamo con le domande ma la conversazione dura pochi secondi. «Siamo ancora tutti sotto choc, nostra figlia ora ha bisogno solo di un po’ di tranquillità», aggiunge la madre al telefono. Poi riaggancia. Simona, che frequenta la prima all’istituto di via Varalli, non ha raccontato subito ai suoi genitori cosa era accaduto davanti alla scuola, per paura di qualche ritorsione. Lo ha fatto solo dopo la pubblicazione del video, quando ormai tutti sapevano. Solo allora è stata portata in ospedale, dove a causa dei calci in testa le è stato messo il «collarino». Contestualmente sono scattate le denunce. Da giorni, a parlare e a commentare quei calci e pugni sono migliaia di adolescenti sui social network. Molti i gruppi creati in difesa della vittima, altrettanti contro la ragazza che ha aggredito l’amica, dove i toni di condanna si mescolano agli inviti a rispettare comunque anche l’autrice delle violenze

E proprio ieri mattina sul profilo facebook di G., che vive nella frazione Cascina del Sole ma non frequenta quella scuola, le prime frasi di pentimento: «Quando mi accorsi che la vita è breve come un respiro... un battito di cuore mi sono resa conto dello sbaglio, ma era ormai tardi. Scusami» Poi invita tutti quelli che «vogliono capire meglio» a seguirla su twitter perchè forse «chiudo il mio profilo» Sarebbero invece dei “fake” i profili creati con nome e cognome della vittima: lei, in realtà, non ha voglia di commentare quello che è successo neppure sulle pagine del social network. Intanto proseguono le indagini dei carabinieri della Tenenza di Bollate, oltre alle denunce di parte ci sono anche le testimonianze dei minorenni presenti. Al vaglio del magistrato e della Polizia postale anche i contenuti e commenti sulle pagine dei social network. Stamattina al suono della campanella all’Itc di via Varalli si cercherà di tornare alla normalità, anche se per la scuola non sarà semplice. L’episodio ha gettato fango sull’istituto con conseguenze sulle pre-iscrizioni al prossimo anno scolastico.

roberta.rampini@ilgiorno.net

 

 

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