Rho, 11 gennaio 2014 - Cinque gatti murati vivi nelle intercapedini dove erano soliti rifugiarsi. Altri quattro morti avvelenati. La cuccia e le ciotole con acqua e cibo sistemate da una volontaria fatte sparire da altri inquilini. Una vera e propria guerra condominiale, tra chi ama i gatti e chi li detesta, è arrivata anche sulla scrivania della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano. Succede nel condominio «Faggi rossi» di via Giulini 7 a Rho. Tre palazzine residenziali degli anni ‘80 dove vivono una quindicina di famiglie con un parco di quasi tremila metri quadrati. Qui la presenza di una ventina di gatti randagi, censiti e protetti ma non sterilizzati, da alcuni mesi è diventata un problema.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione dell’assemblea condominiale di chiudere gli sportelli delle intercapedini. Le ragioni? Due le versioni, seconco alcuni per impedire ai gatti di nascondersi e dormire nei cunicoli, secondo altri perchè pericolosi per bambini e adulti. Fatto sta che su indicazione dell’amministratore del condominio, Domenico Buompastore, un addetto ha chiuso con bulloni e cemento tutti gli ingressi, senza preoccuparsi di controllare se all’interno ci fossero dei mici. E invece c’erano, almeno cinque.

«Una micia è stata trovata dopo 24 ore, fuggita via spaventatissima aprendo un tombino - spiega Loredana Ciraulo, la volontaria che da anni ci prende cura dei gatti -. Un altro, rimasto chiuso per ben quattro giorni, è riuscito a far notare la sua presenza facendo spuntare la zampina da una breccia rimasta aperta nel muro. Alcuni purtroppo non si vedono più, probabilmente sono morti dentro l’intercapedine». Ma quello dei gattini murati vivi è solo l’ultimo episodio di una serie di angherie: tra settembre e ottobre, altri quattro gatti sono stati trovati morti avvelenati.

Nella ciotola dove Loredana aveva messo del cibo, altri avevano aggiunto del veleno per topi: «L’autopsia di uno dei gatti morti da me chiesta a una struttura veterinaria ha accertato la presenza di questa sostanza anticoaugulante, che una volta ingerito provoca una morte lenta». Ma ora la volontaria da deciso di rivolgersi all’Aidaa, Associazione italiana difesa animali e ambiente che, documentazione e testimonianza alla mano, ha presentato un esposto penale. «Non volevo che si arrivasse a questo, purtroppo gli appelli e i tentativi per risolvere il problema, in questi mesi, non sono serviti a niente. Anzi l’amministratore di condominio manda raccomandate minacciando multe salate a chi mette il cibo ai felini», conclude Ciraulo.

roberta.rampini@ilgiorno.net