di Roberta Rampini

Arese, 20 luglio 2013 - Nuovo colpo di scena, ieri mattina, nella complicata vicenda del centro sportivo «Davide Ancilotto» di Arese. A poche settimane dalla riapertura, i legali della società romana Intese srl - che ha gestito il centro sportivo dal luglio 2010 fino alla scorsa estate - e un ufficiale giudiziario si sono presentati nella struttura comunale di viale Resegone con un decreto ingiuntivo di pignoramento nei confronti di Fondazione Arese Cultura Sport.

Un blitz ovviamente inaspettato per il Comune e la Geis Sport - che si è aggiudicata la gara per la gestione del centro sportivo -, ma forse prevedibile perché Fondazione sa di avere dei debiti nei confronti dell’ex partner Intese. Pur sapendo del decreto ingiutivo di pagamento, infatti, Fondazione non ha tentato alcun tipo di battaglia legale.

«Non abbiamo le risorse per pagare un avvocato e comunque quei soldi li dobbiamo a Intese - spiega Enrico Rocchinotti, vice presidente di Facs, la Fondazione costituita nel 2005 dal Comune per la gestione del centro sportivo -. Nei mesi scorsi siamo andati più volte in Comune, abbiamo scritto molte lettere per spiegare la situazione di Fondazione, ma senza ricevere risposta».

Sul posto sono arrivati anche i carabinieri e alcuni rappresentanti dell’amministrazione comunale. Dopo un primo momento di discussione al centro sportivo, il confronto si è spostato in municipio. «C’è stato un tentativo di pignoramento di beni mobili nei confronti di Fondazione, che è debitore di Intese - spiega l’assessore allo sport, Roberta Tellini - noi abbiamo spiegato al legale di Intese e all’ufficiale giudiziario che ciò non è possibile perchè il centro sportivo è tornato nella piena e totale disponibilità del Comune. Il pignoramento dunque non era possibile, perché mancava il presupposto del possesso di beni da parte di Fondazione. Adesso vediamo cosa decideranno di fare i legali delle parti in causa. Comunque il centro sportivo non si tocca».

Non c’è pace dunque per la struttura sportiva restituita ai cittadini lo scorso 24 maggio dopo un anno di chiusura e un importante intervento di ristrutturazione da parte di Tea, la società proprietaria di parte dell’area ex Alfa Romeo. Quello che è successo ieri mattina è l’ennesimo tassello di una vicenda complicata, secondo molti «gestita male» dalla giunta di centro-destra Fornaro. Una cosa è certa: nei mesi scorsi gli aresini si sono visti precludere l’utilizzo degli spazi per l’attività sportiva.

roberta.rampini@ilgiorno.net