Arese, 27 giugno 2013 - «Abbiamo vinto nel nome del Popolo Italiano», leggono le parole della sentenza a pieni polmoni le ultime ex tute blu dell’Alfa Romeo. I giudici della Corte d’Appello di Milano, sezione Lavoro, ieri hanno disposto il loro reintegro. Sono una cinquantina gli ex operai e operaie dello stabilimento automobilistico di Arese ricollocati e poi licenziati da Innova Service, l’azienda che si occupava della manutenzione dell’area, riconoscendo violazioni dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. «Per questa sentenza dobbiamo ringraziare la Magistratura - dichiara a caldo Renato Parimbelli, rappresentante sindacale dei Cobas -. Sul carro dei vincitori sale solo lo Slai Cobas e i lavoratori che sono rimasti in presidio per 28 mesi davanti alla portineria di Arese».

Oltre al reintegro del posto di lavoro dovranno essere riconosciuti tutti gli stipendi non percepiti dal licenziamento, nel febbraio 2011. «È una sentenza importante - ha spiegato Mirko Rizzoglio, legale degli operai - perché è stato stabilito che il licenziamento è stato del tutto illecito e che è stato violato lo Statuto dei lavoratori». Soddisfatto Corrado Delle Donne, coordinatore dello Slai-Cobas. «Ora chiediamo di essere subito reintegrati sull’area - ha sottolineato -, per festeggiare domani ci ritroveremo per un brindisi davanti all’azienda». A presentare ricorso contro il giudizio di primo grado erano stati i sindacalisti dello Slai-Cobas, determinati «ad ottenere giustizia e il reintegro pieno nel posto di lavoro ad Arese», la chiosa di Parimbelli. Innova Service intanto ha cessato le attività sull’area.

Sui 2milioni di metriquadrati che ospitavano il polo automobilistico sono già al lavoro le ruspe che stanno dando avvio al cantiere dove entro il 2015 sorgerà il centro commerciale più grande d’Europa e nuove case, a seguito del contestato accordo di programma per la riqualificazione dell’area firmato a dicembre dai soli Comuni di Arese e Lainate, da Regione Lombardia e dalla Provincia di Milano insieme alle proprietà dell’area. Secondo le prospettive più rosee l’intera operazione genererà 3mila posti di lavoro nei cinque anni di cantiere, mentre per le attività che si insedieranno nell’area si stimano 2mila nuovi occupati «e ora di questi posti, 50 saranno anche per noi», conclude Parimbelli.

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