di Roberta Rampini

Garbagnate Milanese, 8 maggio 2013 - Medici di guardia «distratti» e furbetti. Durante l’orario di lavoro spesso non rispondevano al call center del servizio di continuità assistenziale, ex guardia medica, e giustificavano la loro assenza dicendo che erano impegnati con altri pazienti. Forse erano davvero impegnati, ma non sempre con gli utenti. Facevano dell’altro. Quello che scrivevano sul registro del call center, a volte, non era ciò che accadeva realmente.

E così le attese dei cittadini che avevano bisogno del medico o di un consiglio sanitario erano decisamente troppo lunghe. Succedeva al call center della guardia medica di Garbagnate Milanese, punto di riferimento per i cittadini-pazienti dell’Asl Milano 1, una delle aziende sanitarie locali più grandi della Lombardia. È stato il direttore generale Giorgio Scivoletto a far partire le indagini per fare chiarezza a tutela del «bisogno di cura del cittadino».

Il manager sanitario nei mesi scorsi aveva ricevuto alcune lamentele da parte dei cittadini che non erano riusciti ad avere assistenza medica. E così ha voluto vederci chiaro. Il 25 aprile, giorno festivo, ha fatto due visite a sorpresa all’interno dell’ambulatorio del call center. «Il servizio si chiama di continuità assistenziale perché deve offrire risposte adeguate ai cittadini che si rivolgono a noi — spiega il direttore generale Scivoletto — In quell’occasione purtroppo ho accertato personalmente alcune anomalie sugli orari di presenza dei medici, sulla compatibilità tra il numero di telefonate ricevute e il numero di medici effettivamente al lavoro, sulla compilazione dei registri».

Un modo diplomatico per evitare di parlare di medici decisamente poco «di guardia», pochissimi su un totale di 60 medici che fanno i turni al call center, ma abbastanza per una denuncia alla Procura della Repubblica di Milano, all’ordine dei medici e al collegio arbitrale. Dopo i controlli il direttore Scivoletto ha inviato a tutti i medici una missiva nella quale chiede rispetto e attenzione per il lavoro che sono chiamati a svolgere. Le indagini delle autorità competenti sono in corso, non è escluso che nelle prossime settimane vengano presi provvedimenti nei confronti dei medici finiti sotto accusa, sia giudiziari che disciplinari.

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