di Monica Guerci

Arese, 27 aprile 2013 — L’ex direttore della casa di riposo comunale Luigi Piana, liquidato con sei mesi in anticipo sulla scadenza naturale del contratto, si rivolge al giudice. È bufera sulla Gallazzi Vismara, l’azienda speciale comunale dove già nei mesi scorsi la forbice del commissario prefettizio Anna Pavone era intervenuta azzerando il Consiglio d’amministrazione, nominato lo scorso anno durante l’ultima breve amministrazione guidata da Pietro Ravelli, e mettendo in sostituzione tre dipendenti comunali. Una scelta a costo zero per l’amministrazione, che insieme ad altri provvedimenti attuati porterà a un risparmio notevole per le casse comunali, nelle intenzioni del commissario.

Luigi Piana respinge tutto: l’interruzione del rapporto di lavoro anticipata, la richiesta di restituzione di circa ottomila euro di spettanze, la nomina del nuovo direttore. «Azioni illegittime quelle attuate dal nuovo Cda, alle quali mi oppongo attraverso le vie legali», dichiara Piana cogliendo l’occasione per puntualizzare. «Conti in perdita? È falso. Il bilancio del 2013 non faceva acqua, ma era in linea con il precedente. Inoltre negli ultimi due anni dai 140mila euro di finanziamento per la spesa corrente siamo scesi a 60mila euro».

E ancora: «La nostra politica era quella di aumentare il numero dei dipendenti diretti della casa di riposo e diminuire il ricorso di personale infermieristico e Asa delle cooperative di servizi che attuano un grande turnover di personale a svantaggio degli ospiti. Il nuovo Cda va nella direzione opposta, scelta che meglio si avvicina a una visione privatistica della struttura». Infine, aggiunge Piana «c’è anche da chiedersi come mai si è agito con tanta fretta nella ricerca del nuovo direttore, pubblicando per un tempo brevissimo l’avviso di selezione nel periodo delle feste di Natale».

Fabio Cundari, l’ex presidente del vecchio Cda è amareggiato: «Abbiamo operato fino a dicembre scorso, ma ricevuto le spettanze solo di luglio, vale a dire 490 euro lordi. Non ci hanno mai convocati, hanno sciolto il Cda comunicandocelo con una lettera: senza spiegarci per quali motivi il nostro impegno lì non era più gradito».

monica.guerci@ilgiorno.net