Rho, 3 gennaio 2012 - Prima snocciola i dati dell’anno che si è appena concluso: duecento negozi che hanno chiuso i battenti, 20 per cento in meno di consumi, alimentari e abbigliamento in forte sofferenza, distretti urbani del commercio che faticano a decollare. Poi entra nel merito della questione: «Con l’apertura del centro commerciale nell’area ex Alfa Romeo di Arese rischiamo di perdere tutte le attività commerciali di vicinato». Non ha dubbi Carlo Alberto Panigo, presidente dell’Unione Confcommercio di Rho. Parla a nome di 1.800 iscritti, piccole e medie attività commerciali che guardano al centro commerciale da record con preoccupazione.


Lui ha provato a far capire ai sindaci che 77mila metri quadrati di commerciale, 120-130 negozi intorno al marchio Iper, costringeranno molti negozi ad abbassare la saracinesca per sempre. Ma è stato inutile: «Il sindaco di Lainate e il commissario di Arese non sono stati lungimiranti, hanno pensato solo al presente, a quello che riceveranno in cambio, la biblioteca, la sistemazione del centro sportivo, l’asilo, senza pensare al danno che avranno nei prossimi anni molte attività commerciali e il tessuto sociale delle nostre città».

I rischi dell’operazione. Il centro commerciale promette di creare 2mila posti di lavoro, ma il numero uno dei commercianti avverte: «Quando chiude un negozio a rimetterci c’è almeno una famiglia, se non due o tre. Sono dati, quelli sull’occupazione, che vanno presi con cautela. Inoltre c’è una funzione sociale e di aggregazione che svolgono i negozi nei centro storici che neppure l’Iper più grande d’Europa sarà in grado di garantire. Quando in un centro cittadino ci sono le luci delle vetrine dei negozi accesi, c’è anche più sicurezza e la gente passeggia volentieri.

Mi chiedo e chiedo a chi ha sottoscritto questo Accordo di programma se vale la pena di disperdere questo patrimonio e stravolgere le abitudini della gente per un centro commerciale». Nonostante i 4,5 milioni che la proprietà dell’area in base all’Accordo di programma stanzierà a sostegno del commercio locale, i negozianti temono contraccolpi sugli affari. Panigo non ha paura a dirlo: «Qualcuno mi accuserà di difendere gli interessi di una lobby: è vero, vogliamo difendere le nostre attività. Mi dispiace che la Giunta regionale abbia approvato l’Accordo così in fretta, insieme ad altre decine di delibere, senza valutare le conseguenze per il nostro settore». Infine, anche se nutre poche speranze sul fatto di poter bloccare l’inizio dei lavori del centro commerciale, Panigo aggiunge: «Con il nostro ufficio legale stiamo valutando se c’è la possibilità di fare ricorso».
 

roberta.rampini@ilgiorno.net