Lainate, 18 dicembre 2012 - Tafferugli e manganellate. Alta tensione ieri sera a Lainate, fuori dal Consiglio comunale sull’ex Alfa che si è svolto a porte chiuse nonostante le proteste della gente e le iniziali intenzioni del sindaco.

Il parlamentino era convocato per dare il via libera al contestato Piano di rilancio che trasforma l’area industriale in commerciale e residenziale, milioni di metri quadri da riqualificare. Nuove case per 5mila abitanti, il centro commerciale più grande d’Europa e un parcheggio da 4.200 posti per Expo 2015 al posto degli stabilimenti dismessi.

«Porte aperte ai cittadini», la prima decisione del l sindaco Alberto Landonio nonostante la rissa sfiorata già  venerdì sera quanto gli attivisti del centro sociale Sos la Fornace di Rho avevano occupato l’aula consiliare. Anche ieri diverse centinaia di contestatori sono tornati in largo delle Scuderie a protestare davanti alle barriere di forze dell’ordine. Fuori i manifestanti, a urlare al «saccheggio del territorio» tra carabinieri e agenti della Locale. Dentro a discutere una decina di politici, non soltanto locali.

IL CATTIVO GIORNO SI VEDE DAL MATTINO - Già ieri mattina si era avuto un assaggio del clima rovente. Landonio e la Giunta, favorevoli all’accordo, hanno dovuto fare i conti con i tanti appelli da cittadini, politici, comitati per l’ambiente e commercianti.  «Presidio dalle 20 sotto il Consiglio comunale che proverà a far passare ancora una volta la grande speculazione», il twitter della Fornace. Mentre Carlo Borghetti, consigliere regionale Pd,  annunciava così  propria  presenza:  «Il Consiglio non ratifichi: è necessario al più presto costruire un nuovo accordo con nuovi contenuti, che risponda al reale interesse delle comunità locali e della Lombardia, di concerto con tutti e quattro i Comuni interessati e con il nuovo Consiglio regionale che i lombardi sono chiamati a scegliere a febbraio».

Tuonava Gianluigi Forloni, assessore di Rho: «L’accordo viene sottoscritto da una Giunta regionale dimissionaria, da un commissario prefettizio insediatosi da qualche mese ad Arese, da una Giunta provinciale dimezzata e contro il parere dei cittadini».

di Monica Guerci

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