Milano, 8 luglio 2012 - Tra le aziende che hanno ottenuto subappalti dalla «Cooperativa Muratori Cementisti» (Cmc) di Ravenna per i lavori di allestimento del sito dell’Expo di Milano non è la «Elios Srl» la sola che sia stata toccata da inchieste della magistratura.

Eppure la «Elios Srl» resta, ad oggi, l’unica azienda per la quale si sia decisa la revoca del subappalto in virtù di quel protocollo di legalità siglato tra Expo 2015 Spa e la Prefettura di Milano che, evidentemente, non vale per tutti. A risolversi per l’estromissione della Elios dal cantiere dell’Expo è stata la società di gestione dell’evento, dopo che la Prefettura le ha inviato un’informativa atipica, vale a dire: un’informativa con cui corso Monforte non impone la revoca del contratto ma, piuttosto, lascia tale scelta alla discrezionalità del destinatario dell’informativa, in questo caso Expo 2015 Spa. 
 

Informativa e revoca muovono dal fatto che la Elios è indagata a Novara per presunto traffico illecito di rifiuti. Ecco quindi che «i requisiti soggettivi dell’impresa», come si legge nel comunicato di Expo Spa che ricalca l’informativa, diventano allora «suscettibili di valutazione» e «tali da pregiudicare il rapporto fiduciario tra Expo 2015 Spa».


«Provvedimento illegittimo, non abbiamo mai ricevuto alcuna condanna penale», ha tuonato Dante Bussatori, direttore generale di Elios. Il punto però è: perché finora non sono state fatte analoghe valutazioni anche per il Consorzio Stabile Litta? Il vicepresidente del Consorzio, Nicola Di Rosario, risulta infatti indagato insieme ad altri 18 imprenditori con l’accusa di aver creato un cartello in grado di condizionare l’assegnazione degli appalti del settore verde e florovivaistico in Lombardia.

C’è di più: Di Rosario è indagato dalla Procura di Milano per una presunta tangente di 10mila euro versata all’ormai ex consigliere regionale del Pdl Angelo Giammario, dimessosi dal Consiglio regionale proprio in seguito all’inchiesta. Secondo l’accusa la tangente era necessaria perché Giammario si muovesse nell’interesse del Consorzio Stabile Litta. 
 

Vero è che il protocollo di legalità nasce con l’obiettivo primo di arginare le infiltrazioni mafiose negli appalti. Ma, come si legge nel comunicato diffuso ieri da Expo 2015 Spa, nell’informativa della Prefettura si specifica che non sono stati evidenziati tentativi di infiltrazione mafiosa nella Elios Srl e soprattutto nei lavori ad essa affidati. Eppure la revoca è scattata ugualmente.

Vero è che lo Stato di diritto parte dalla presunzione di innocenza fino a prova contraria: una condanna penale. E il dg del Consorzio Stabile Litta non è ancora stato condannato. Ma altrettanto si può dire per Elios Srl. Che infatti punta proprio sull’assenza di condanne per ribaltare, al Tar, la revoca che l’ha colpita.
giambattista.anastasio@ilgiorno.net