Pero, 25 febbraio 2012 - Rumori che iniziano alla sei del mattino. Polvere. Viavai di camion con terra e ghiaia. Betoniere e autobotti. Dove una volta c'era il tramonto adesso c'è una montagna di terra con camion che scaricano dalla mattina alla sera. «Ci hanno tolto il tramonto e la salute», spiega Maria Carmela De Stefano che abita al primo piano in via Liberazione 45 a Pero. Lei e altri 340 cittadini di Pero e Cerchiate hanno firmato una petizione per chiedere all'amministrazione comunale un incontro urgente sui disagi causati dalla cava Bossi.

I cittadini convivono da oltre quarant'anni con la cava, a loro dire però, negli ultimi anni i problemi sono peggiorati. E ora che l'autorizzazione all'attività di escavazione è scaduta e sono in corso gli incontri per il rinnovo della concessione, alzano la voce, per chiedere al Comune di essere tutelati. «Abbiamo contato un viavai di oltre 60 camion in un'ora. Oltre 700 camion in un giorno. Quando escono, in curva arrivano talmente vicino alla pista ciclabile di via Dei Boschi e che paura anche ad andare a piedi o in bicicletta - spiega Giovanni Lembo - chiediamo che venga studiata una soluzione alternativa per l'entrata e l'uscita dei mezzi pesanti. Sappiamo che un percorso era già stato individuato per far uscire i camion dietro Silla 1».

Tanti, troppi disagi e così in pochi giorni i cittadini hanno raccolto 341 firme in calce ad una lettera consegnata al sindaco di Pero, Luciano Maneggia, «crediamo che per la cava dopo 40 anni di escavazione sia giunto il momento di chiudere, sappiamo che oltre all'escavazione fanno anche la produzione ci calcestruzzo e ci chiediamo se tutto sia legittimo», spiega Pierluigi Scarazzini. «La polvere e il traffico che ci sono rendono praticamente inutilizzabile la pista ciclabile e il parco pubblico in via Dei Boschi - spiega Giancarlo Merlo - è rischioso anche attraversare in via Figino davanti al cimitero. E comunque non è piacevole stare all'aria aperta e sentire i rumori dei portelloni dei cassoni che sbattono dopo lo svuotamento della terra o il rumore dei mezzi in movimento» .

Una convivenza sempre più difficile anche da lontano, «mi hanno rubato il tramonto. Una volta quando aprivo le finestre della casa vedevo il sole tramontare, adesso dalle quattro del pomeriggio vedo solo la grande ombra della montagna di terra - spiega Francesca Zenone - d'estate con le finestre aperte i rumori sono insopportabili, non possiamo stare neppure nel nostro giardino di casa. Dovrebbero fare dei controlli per verificare i limiti consentiti».

Qualche anno fa l'Arpa fece delle misurazioni, «avevano messo le apparecchiature sul balcone di casa mia, al secondo piano del palazzo di via Liberazione - spiega Gian Piero Velutti - i rumori delle macchine di aspirazione superavano i decibel consentiti, erano quasi il doppio. Alla fine il Comune ha obbligati i proprietari della cava ad insonorizzare l'impianto, ma probabilmente adesso non basta più». I cittadini chiedono al sindaco di essere ascoltati, «se non ci crede lo inviteremo a casa nostra, dalla mattina alla sera, così potrà sentire il rumore delle ruspe e dei camion che è diventato insopportabile, a volte lavorano anche fino alle 22», spiega Giuseppe Riccio.

di Roberta Rampini