Rho, 30 novembre 2011 - I familiari non parlano: «Non diciamo niente», spiega la figlia con gli occhi gonfi dal pianto. Sono i vicini di casa a raccontarci quello che è successo lunedì pomeriggio alla donna di 64 anni morta per un arresto cardiocircolatorio, in mezzo alla strada, nella città di Rho. La pensionata, che abita in via Monfalcone 12, stava rientrando a piedi, camminava sul marciapiede, quando è stata colta da un infarto a pochi metri da casa. Si è accasciata a terra.

Sono stati alcuni passanti ad accorgersi di quel che stava avvenendo. Erano le 15.52. Uno di loro ha chiamato la centrale operativa del 118 di Milano: «C’è una donna per terra, si è sentita male», avrebbe detto all’operatore del 118, senza dare altre indicazioni. L’evento è stato classificato dalla centrale del 118 come «non noto». È iniziata la ricerca di un’ambulanza da inviare sul posto. Un’impresa tutt’altro che facile: le due ambulanze di Rho Soccorso erano già impegnate su codici gialli, il terzo mezzo di soccorso del territorio pure e così il 118 di Milano ha chiesto aiuto al 118 di Varese. Intanto in mezzo alla strada, intorno alla donna si erano assiepati vicini di casa e curiosi preoccupati, la donna non si muoveva.

 «L’ambulanza non arrivava - racconta una vicina di casa - non sapevamo cosa fare». I minuti sembravano ore. Polemiche e insulti per i soccorsi che tardavano. «Mi sono affacciata al balcone, ho visto quella donna per terra, mi hanno chiesto di buttare una coperta di lana, faceva freddo», spiega una signora che abita nel palazzo davanti al luogo dell’accaduto. Qualcuno più arrabbiato ha chiamato anche il 113: «Venite, c’è una donna in mezzo alla strada, l’ambulanza non arriva», hanno spiegato al Commissariato di Rho-Pero. Alle 16.10, diciotto minuti dopo la chiamata, secondo quando riferisce il 118 di Milano, è arrivata in via Monfalcone un’ambulanza da Parabiago.

I soccorritori hanno constatato che la donna era in arresto cardiocircolatorio, hanno avvertito la centrale operativa e alle 16.25 sul posto è arrivata anche un’automedica. Dopo le prime cure sul posto, la donna è stata trasferita al pronto soccorso dell’ospedale di Rho. Ma l non ce l’ha fatta. Sul posto è arrivata anche una pattuglia degli agenti della polizia di stato che ha ascoltato alcune testimonianze sui «presunti ritardi nei soccorsi». «Forse si poteva salvare», commenta qualcuno. «Per noi è stato un intervento regolare che si è concluso secondo la tempistica indicata», spiegano dall’ufficio stampa del 118. I dubbi e le polemiche restano. Una cosa è certa: i tempi dei soccorsi sono registrati, come la prima telefonata arrivata alla centrale e le comunicazioni successive.