Rho, 16 luglio 2011 - Fa notizia. Fa riflettere. Lo spettacolo teatrale «Lo stato d’assedio, ovvero shock Expo», realizzato dal laboratorio teatrale del centro sociale Sos Fornace di Rho. Fa notizia perchè è andato in scena sul sagrato della chiesa prepositurale di San Vittore: un luogo sacro che ha ospitato uno spettacolo denuncia dai toni duri. Fa riflettere perchè racconta come si sta trasformando la città e il territorio, come verrà ridisegnata la Metropoli in vista di Expo 2105 e quello che è successo in questi mesi: sgombero dei campi nomadi, caporalato, infortuni sul lavoro da nascondere, colate di cemento dove una volta c’era il verde. Liberamente tratto da «Lo stato »di Albert Camus per la regia di Giorgia Battocchio e Matteo Riccardi, è stato presentato giovedì sera in piazza San Vittore. Ha raccolto gli applausi sia del pubblico più attento, quello che si è seduto e fermato per assistere a tutto lo spettacolo, e quello più frettoloso, impegnato nello shopping sotto le stelle ma comunque incuriosito da quei giovani che recitavano.
 

«Lo spettacolo è stato preparato nell’ambito del laboratorio teatrale, un percorso di avvicinamento al teatro al quale hanno partecipato molti giovani — spiega la regista Battocchio — nonostante il freddo, lo sgombero, a volte la mancanza di elettricità, siamo riusciti a dare continuità a questo progetto. È un invito a tutti a riflettere. La nostra città sta cambiando, ma seguendo uno stile che a noi non piace. Sta diventando una città vetrina, ordinata, pulita, una colata di cemento. Una città che nasconde ed allontana la marginalità, che non contempla la differenza e il dissenso. Una città che non concede spazi di socialità se non inseriti nel circuito del consumo». Alla satira su quanto accade quotidianamente nella «città vetrina» i giovani-attori hanno contrapposto alcuni stralci poetici del testo di Camus in cui si racconta dell’invasione, conquista e riorganizzazione della città spagnola di Cadice ad opera della peste» rappresentata come un capo militare.

Anche nella città vetrina c’è un capo militare che vorrebbe solo alberghi a cinque stelle, strade, padiglioni, colate di cemento, vetrine scintillanti, parchi giochi con erba sintetica, cittadini con il «certificato di esistenza», caporali che sfruttano operai stranieri per poche euro all’ora, campi nomadi sgomberati perchè «i romeni non hanno voglia di lavorare, non sono di razza padana». Prima e dopo lo spettacolo i giovani del centro sociale hanno illustrato le loro valutazioni sull’Accordo di Programma per Expo sottoscritto proprio l’altro giorno dal sindaco di Rho, Pietro Romano, «il master plan delinea una colata di cemento devastante, non si parla dell’inquinamento dei terreni del sito Expo, non sono state risolte le criticità lamentate dai sindaci del Patto nord-ovest, eppure il sindaco del Pd che quando era all’opposizione ha presentato delle osservazioni, ha firmato l’accordo», spiega Andrea Savi.