Rho, 13 aprile 2011 - Sogna degli stand senza nero «senza nero». Da quando è alla guida di Fiera Milano spa, prima come direttore generale e oggi come amministratore delegato, ha dichiarato guerra al lavoro irregolare sotto la vela di Fuksas. All’indomani del filmato realizzato sul caporalato in Fiera e nel giorno delle denunce da parte dei carabinieri del Nucleo Fiera, Enrico Pazzali, amministratore delegato di Fiera spa, fa il punto della situazione sull’impegno per contrastare il lavoro nero e annuncia l’apertura di un’indagine interna. Obiettivi non certo facili, visto che a Rho-Pero circolano migliaia di mezzi e dentro ciascuno è possibile nascondere lavoratori irregolari, soprattutto in occasione del montaggio e smontaggio delle stand.


«Solo lunedì, ultimo giorno prima dell’apertura del Salone Internazionale del Mobile, sono entrati in fiera 500 mezzi - spiega Pezzali - le nostre regole impongono controlli rigidi agli accessi del quartiere fieristico, su tutti i furgoni. Chi entra deve esibire un pass. Nel filmato girato dal giornalista che si è infiltrato tra i lavoratori reclutati in nero si vede chiaramente un furgone che entra senza essere controllato. Qui siamo di fronte alla superficialità o alla complicità di una guardia che ha fatto passare il mezzo senza identificare chi c’era a bordo. Questo non dovrebbe succedere. Fiera Milano ha già aperto un’indagine interna per identificare la guardia responsabile di questo comportamento». Con la stessa fermezza Pezzali anticipa che la guardia sarà allontanata dal suo posto di lavoro. In quanto al filmato realizzato dal giornalista de «L’inkiesta», Michele Sasso, l’amministratore delegato lo considera un contributo per continuare a monitorare il fenomeno del caporalato e del lavoro nero in fiera, «per non abbassare l’attenzione su una piaga che fa male all’economia italiana».

Accessi ma non solo. Fiera Milano spa, insieme ai carabinieri del Nucleo Fiera, agli agenti del Commissariato di Rho-Pero e agli ispettori del lavoro, da anni collaborano per debellare il fenomeno: «Vengono organizzati servizi di controllo a livello preventivo, nella fase di allestimento degli stand, dentro e fuori dalla Fiera - spiega Pezzali - i controlli sono frequenti e improvvisi. La Fiera, poi, ha cambiato politica per gli acquisti: adesso prima del prezzo valuta la qualità del servizio. Serve a scoraggiare chi, per risparmiare, usa lavoratori in nero. Purtroppo però non possiamo fare una black list delle aziende che sono state in precedenza denunciate per illeciti in ambito lavorativo. Non possiamo bloccare l’accesso in Fiera perché non siamo noi i committenti del lavoro. Lo abbiamo già verificato con i nostri avvocati, sarebbe un’operazione illecita. Insomma, l’impegno di Fiera spa è continuo e costante, nella consapevolezza che sarà difficile azzerrare questi comportamenti».

Plaude invece gli arresti e le denunce dei carabinieri e della Polizia di Stato: «Le ultime denunce sono state di carattere preventivo sia per quanto riguarda il caporalato che la presenza di persone che avevano altre intenzioni - conclude Pezzali - la prevenzione è anche più difficile della repressione, ma è molto efficace perché colpisce il terreno di cultura della criminalità».