Pregnana Milanese, 18 febbraio 2011 - «Se lo stato non paga, Agile rischia la chiusura». È questo l’allarme lanciato da Fim-Fiom e Uilm nazionali che nelle scorse ore hanno inviato una lettera al Ministero dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, per sollecitare un incontro urgente e il pagamento di quanto dovuto. Troppo stanchi per salire sui tetti, troppo stanchi per presidiare le sedi, troppo amareggiati dal silenzio della politica, ma tutt’altro che intenzionati a rinunciare al loro posto di lavoro. «Nei mesi scorsi con le lotte dei lavoratori siamo riusciti a togliere l’azienda dalle mani di chi voleva distruggerla, abbiamo evitato il concordato e ottenuto l’amministrazione straordinaria - spiega Angelo Pagaria, delegato sindacale della Fiom Cgil - ma da settimane però la situazione è drammaticamente ferma.

 Gli impegni che si era assunto il Governo non sono ancora stati rispettati, chi lavora non riceve lo stipendio da due mesi e intanto l’azienda vanta crediti per milioni di euro nei confronti di diversi Ministeri e società a capitale pubblico che sono scaduti da tempo. Soldi fondamentali per pagare gli stipendi e per la gestione della società». Beffati da «imprenditori travestiti da malfattori», salvati dalle sentenze dei Tribunali, oggi i 1.500 dipendenti di Agile si sentono traditi dalle istituzioni e chiedono al Governo interventi concreti per dare un futuro al ramo informatico di Eutelia, a migliaia di famiglie e soprattutto per evitare «un fallimento di Stato».
 

«Chiediamo solo che ci venga restituito il lavoro che ci è stato rubato - spiegano i dipendenti di Agile - solo quando potremo tornare al nostro posto di lavoro ci sarà resa anche la dignità». Intanto nella sede pregnanese di via Ai Laboratori Olivetti dove è nata l’informatica, su 430 dipendenti oggi lavorano solo 120. Giorno dopo giorno cresce la preoccupazione e si preparano nuove manifestazioni di protesta sotto le sedi istituzionali milanesi a partire dalla Prefettura: «C’è bisogno di riportare al centro del dibattito politico e dell’opinione pubblica la nostra situazione - continua Pagaria -. È necessario anche far partire i corsi di formazione professionale per favorire la ricollocazione dei lavoratori in cassa integrazione e creare opportunità di lavoro, come per esempio quella offerta dal Tribunale che oggi occupa 45 persone. Il fallimento di Agile sarebbe un dramma sociale». 
 

A livello nazionale l’appuntamento per tutti i dipendenti Agile è per giovedì 24 febbraio a Roma, presso la sede della Cgil, si terrà una «Conferenza nazionale» nel corso della quale si decideranno le iniziative da intraprendere per ridare prospettive ai lavoratori: «Questi giorni potrebbero essere decisivi anche nella ricerca di soggetti interessati alle due realtà di Agile e Eutelia - scrivono i coordinatori nazionali - chiediamo al Governo di pagare quanto dovuto e di rispettare gli impegni presi in merito alle offerte e ai bandi per la vendita delle due società».