Arese, 22 gennaio 2011 - La stampa tedesca sbarca all’Alfa Romeo di Arese. Ieri mattina tre giornalisti della rivista automobilistica tedesca Auto Bild hanno visitato e fotografato quel che resta dello stabilimento aresino: capannoni dismessi, cumuli di macerie, uffici vuoti e il Museo storico. A fare da cicerone c’erano alcuni delegati sindacali della Flm Uniti Cub e un gruppo di cassintegrati del centro stile. Sono stati loro a raccontare ai giornalisti teutonici il glorioso passato del marchio Alfa Romeo con l’auspicio che l’interesse dimostrato in questi mesi della casa tedesca Volkwagen sul marchio e sulla fabbrica di Arese diventi realtà.

Nei giorni scorsi a rilanciare l’argomento era stato il quotidiano tedesco «Sueddeutsche Zeitung», secondo cui Volkswagen sarebbe a un passo dall’acquisto di Alfa e mancherebbero addirittura poche settimane alla chiusura della trattativa. Secondo le voci raccolte dal quotidiano, la famiglia Agnelli sarebbe arrivata a questa decisione perché i costi della scalata Fiat a Chrysler sarebbero molto alti e non lascerebbero nulla per un piano di rilancio di Alfa. La visita di ieri della stampa tedesca specializzata per molti è l’ennesima prova di un interesse concreto. Ad Arese, del resto, nessuno crede alle parole di Sergio Marchionne che da Detroit ribadisce i grandi progetti di investimento del Lingotto su Alfa Romeo.

Tra voci e smentite si inserisce il viaggio nello stabilimento aresino dei tre giornalisti di Auto Bild, un viaggio nato proprio dal desiderio di capire come mai sindacato di base e i lavoratori siano così propensi alla cessione del marchio Alfa ai tedeschi. "Abbiamo letto gli articoli di stampa relativi all’iniziativa della Cub che a dicembre ha consegnato una lettera al console tedesco a Milano con scritto che anziché morire i lavoratori preferivano passare ai tedeschi. Chiaramente si è trattato di una provocazione, ma noi siamo venuti ad Arese per capire da dove nasce questo appello dei lavoratori - spiega Stefania Cucina, giornalista di Auto Bild -. Faremo un reportage sulla gloriosa storia di questa fabbrica». , davanti alla portineria centrale ad aspettare il gruppo di giornalisti, c’erano sindacalisti e cassintegrati che hanno rispolverato cimeli della fabbrica per testimoniare il glorioso passato del marchio.

Accanto, anche le bandiere del sindacato e decine di pannelli con la storia delle lotte fatte negli ultimi anni per difendere produzione e posti di lavoro. «Il fatto che una rivista autorevole come Auto Bild mandi giornalisti ad Arese dimostra che l’interesse del gruppo tedesco per il marchio Alfa è concreto - dice Carlo Pariani, delegato sindacale Cub -. Siamo convinti che Arese debba avere una chance e la Volkswagen è un’ottima opportunità. Quando a dicembre abbiamo consegnato una lettera al console la nostra era una richiesta seria: se vogliamo che l’Alfa continui a vivere è necessario che Fiat la venda». Da ieri mattina, sotto il Biscione aresino alla rabbia per il declino dello stabilimento si aggiunge una timida speranza che un «nuovo padrone», come qualcuno lo chiama, anche se straniero, possa dare un futuro al marchio Alfa.