Rho, 29 dicembre 2010 - Sempre più in crisi. Ieri il sindaco di Rho, Roberto Zucchetti, ha revocato le deleghe a Vincenzo Carnuccio, vicesindaco e assessore all’Edilizia pubblica, verde pubblico e arredo urbano e a Marco Tizzoni, assessore alle Attività produttive, al bilancio e ai grandi eventi. Dopo le dimissioni rassegnate nei mesi scorsi dai due assessori leghisti, Massimo Pagani e Roberto Giovanatti, ora restano solo quattro assessori nella giunta comunale di centrodestra, rispetto agli otto con i quali Zucchetti aveva iniziato a governare la città nel giugno 2007. La revoca delle deleghe a Carnuccio e Tizzoni sono l’ennesima prova della crisi politico amministrativa della maggioranza.

Il primo cittadino aveva già tolto le deleghe due anni fa a Carnuccio. Le motivazioni riportate nel decreto notificato ieri pomeriggio al vicesindaco fanno riferimento agli ultimi mesi. In questo periodo si sono «riproposti i motivi di profonda divergenza sui modi di condurre l’azione amministrativa», scrive il sindaco. Che prosegue: «Considerato che, nonostante i ripetuti tentativi di costruire una leale collaborazione, è mancata da parte del vicesindaco ogni significativa azione volta a supportare le principali scelte amministrative e ad agevolare il rapporto con i gruppi consiliari e che tale giudizio negativo è condiviso dalla formazione politica di comune militanza, revoco le deleghe con effetto immediato».

Mancanza di fiducia e una gestione dell’assessorato troppo personalistica sarebbero invece le motivazioni che hanno portato il sindaco Zucchetti a silurare anche l’assessore Tizzoni, colpevole di aver capeggiato anche la battaglia contro l’accordo per la reindustrializzazione dell’ex Alfa Romeo. La conduzione individualistica dell’assessore si sarebbe accentuata nell’ultimo periodo. Il decreto su Tizzoni fa riferimento soprattutto alle: «scelte in merito all’accordo di programma per il rilancio dell’area ex Alfa Romeo, in cui ha assunto una posizione opposta a quella espressa dalla formazione di comune appartenenza, causando in tal modo grosse difficoltà nei rapporti tra l’amministrazione comunale, comuni, la Provincia e la Regione». La conclusione è identica e inesorabile: «Revoco le deleghe».