Cinisello, teleriscaldamento salato e il pensionato Aler si stacca: «Userò una caldaia mia»

Contro le super tariffe c’è chi fa da sé

Armando Del Pianta è l'inquilino dei palazzi Aler che ha deciso di rinunciare al teleriscaldamento

Armando Del Pianta è l'inquilino dei palazzi Aler che ha deciso di rinunciare al teleriscaldamento

Cinisello Balsamo (Milano), 30 luglio 2015 - Alla fine ci ha dato un taglio netto. Da qualche tempo Armando Del Pianta e sua moglie non sono più clienti del teleriscaldamento cinisellese. Stanchi di pagare bollette così elevate da apparire incredibili, hanno staccato il collegamento idraulico che li legava all’impianto centralizzato e «si sono messi in proprio», realizzando un doppio impianto di riscaldamento autonomo che funziona con una caldaia domestica e una rete di condizionatori a pompa di calore. Quel che rende più singolare la decisione di Armando Del Pianta è che si tratta di un inquilino delle case Aler di Sant’Eusebio.

Il pensionato cinisellese aveva cominciato a lottare contro l’ente delle case popolari già tre anni fa, quando con l’entrata in funzione del nuovo sistema di teleriscaldamento centralizzato ha visto lievitare le sue bollette. «Da mille euro l’anno siamo passati a duemila nel giro di un paio di stagioni – racconta –. Quel che è peggio è che il servizio non è mai stato efficiente. A causa dell’inadeguatezza degli impianti nell’edificio sono stato costretto a installare il condizionamento per sopperire alle carenze in alcune stanze». Lui e un piccolo comitato di inquilini hanno più volte denunciato quella che ritengono una gestione sconsiderata: «Dal 2007, quando c’era la centrale termica tradizionale, al 2012 siamo passati da 274mila euro di costi di riscaldamento a oltre 400mila euro per il condominio. Abbiamo più volte chiesto conto di questi rincari, ma non ci hanno mai risposto». Silenzio dal Comune, che aveva «sponsorizzato» il teleriscaldamento, e dall’Aler. «Ho mandato decine di mail, lettere e raccomandate – continua il pensionato –. Fino a quando ho scritto che mi sarei staccato. Nemmeno allora mi hanno risposto. È curioso, ma all’ente non pare fregare nulla di quello che accade nei palazzi. Sennò non si spiegherebbe come mai si accetta che un inquilino con canone sociale paghi cifre da capogiro per i servizi. Io e mia moglie paghiamo fino a 280 euro l’anno per l’acqua. Senza contare ciò che paghiamo per le pulizie che vengono eseguite due volte al mese».

Del Pianta ha già provveduto a sigillare tre caloriferi e a chiudere gli altri. Sta completando le pratiche comunali per il nullaosta all’impianto domestico. Dunque da ottobre, quando comincerà la stagione invernale, sarà pronto a riscaldare la casa in modo autonomo. Il rischio è che il suo esempio possa essere seguito da molti altri. Infatti la questione teleriscaldamento è uno dei grandi temi irrisolti della politica cinisellese. Oramai quasi 10 anni fa la giunta del sindaco Angelo Zaninello appaltò il teleriscaldamento alla società Smec senza badare troppo alle tariffe. In breve si capì che nei Comuni vicini il servizio aveva un costo inferiore. Il sindaco Gasparini introdusse un secondo gestore, A2A, nei quartieri al confine con Sesto, che oggi godono di tariffe inferiori. Il Comune avrebbe dovuto riequilibrare la situazione con un piano che ad oggi è stato congelato.