Bollate, il digitale fa chiudere il cinema Splendor

Niente fondi ma la città si rimobilita: il 2 novembre un concerto per cercare di raccogliere i fondi che permetterebbero alla sala da 600 posti di fare il salto tecnologico di Monica Guerci

Martino Tuzzi nel suo "Splendor"

Martino Tuzzi nel suo "Splendor"

Bollate,  26 ottobre 2014 - Oggi l'ultima pellicola al cinema teatro Splendor. Chiude la sala cinematografica della parrocchia che non è riuscita a fare il salto al digitale. Da qui in avanti resterà solo il teatro, addio anche alla stagione del cineforum. Seicento posti a sedere in sala «rimarranno vuoti. Fino a quando ci saranno le pizze io mando le pellicole. Poi toccherà adeguarci al digitale o chiudere», così diceva l’anno scorso Martino Tuzzi, 80 anni, da 45 volontario proiezionista, anima e cuore della sala parrocchiale. Per scongiurare la chiusura era stata mossa una campagna di solidarietà che aveva coinvolto cittadini, imprenditori, artigiani e commercianti insieme agli amministratori pubblici. Le cifre per effettuare l’adeguamento alle nuove tecnologie sono salate e in parrocchia mancano i fondi.

Per mettere al passo con i tempi lo Splendor sarebbero serviti almeno 60mila euro. Ma i soldi non sono stati raccoltiIn programma questo fine settimana c’è «Zoran mio nipote scemo» uno dei pochi film in circolazione ancora disponibili in pellicola. Da domani le case cinematrografiche cominceranno a ritirare tutti i 35 millimetri e sarà la fine degli ultimi cinema di provincia. Impossibile anche realizzare il cartellone del Cineforum, dei molti titoli pensati solo uno era ancora disponibile nel vecchio formato. Il cinema chiude, resta il teatro. Il 2 novembre l’associazione Bollate Jazz Meeting promuove un concerto straordinario con il pianista americano Uri Caine e il batterista olandese Han Bennink, «di sostegno al Cinema Splendor: se chiudesse sarebbe un impoverimento dell’offerta culturale e un abbassamento del livello di qualità della vita dell’intera città», spiegano i promotori che avviano un’opera di sensibilizzazione «che dovrà necessariamente coinvolgere tutte le componenti culturali , sociali, politiche ed economiche cittadine».