Coppia dell'acido, i professori colleghi del papà di Martina Levato: "Non separate madre e figlio"

Gli insegnanti della scuola media di Bollate in cui lavora Vincenzo Levato scrivono una lettera aperta per difendere la famiglia della ragazza e il suo diritto di essere madre: ecco il testo in esclusiva per Il Giorno

Alexander Boettcher e Martina Levato quando vennero arrestati

Alexander Boettcher e Martina Levato quando vennero arrestati

Bollate (Milano), 20 agosto 2015 - «Togliere Achille a Martina e ai suoi genitori significa non lasciare più alcuna speranza, alcun futuro, alcun senso di vita a questa famiglia». A dirlo sono i colleghi, gli amici più vicini alla famiglia di Martina Levato, la studentessa universitaria condannata in primo grado a 14 anni di carcere per l’aggressione con l’acido ai danni di Pietro Barbini, ex compagno del liceo Parini. Il 15 agosto la giovane è diventata mamma, i giudici decideranno se lasciarle il figlio o separarli per sempre. «Siamo molto preoccupati per tutti loro», spiega Anna Origgi, docente delle scuole medie dove insegna Vincenzo, il papà di Martina. «Via mail, whatsapp, attraverso i social facciamo girare gli articoli più significativi di questi giorni sulla vicenda, quelli che rappresentano il nostro pensiero, invitano alla riflessione», aggiunge. Insieme, di getto, hanno scritto una lettera aperta

«Questa è una vicenda dolorosa, una storia in cui perdono tutti. Noi, amici di famiglia e colleghi di Vincenzo, abbiamo seguito e atteso con preoccupazione tutte le decisioni che si sono succedute in questi giorni riguardo al piccolo Achille. Conosciamo le persone coinvolte e soprattutto possiamo dire come era prima dei fatti, come la comunità, la scuola e gli amici li vedevano. Brave persone, un’ottima famiglia. Due genitori stimati, impegnati e lavoratori, una nonna in casa curata e coccolata e una figlia affettuosa, bravissima a scuola, solare e con tanti amici. Questa era per tutti la famiglia Levato. Ora è tutto diverso. Martina è cambiata, è diventata un’altra persona. I suoi genitori si sono trovati improvvisamente una figlia diversa, sono distrutti. Si chiedono come possa essere accaduto a loro sempre attenti e partecipi. Come può una persona cambiare così tanto? Potrà forse tornare la Martina di prima? Potrebbe accadere a una qualsiasi delle nostre famiglie? Certamente ha fatto cose terribili, ingiustificabili e tremende ed è giusto che paghi il suo debito con la società: siamo d’accordo. Ma questo può dimostrare con assoluta certezza che Martina non tornerà a pensare e agire come prima che tutto questo accadesse? Che sarà una pessima madre? Che la colpa penale debba privarla dell’unico spiraglio che potrebbe aiutarla nel "ritorno"? Capiamo il dolore immenso dei genitori di Pietro ed è giusto che la giustizia faccia il suo corso, ma la nostra società vede il carcere come luogo di cura, di riabilitazione e recupero, non un luogo dove perdere ogni speranza. Ora Achille e la sua mamma hanno potuto rincontrarsi e forse incominciare un percorso insieme, certamente aiutati dalla famiglia, per recupere un po’ di quella splendida famiglia che un tempo erano. Einstein scrisse: "Posso misurare il moto dei corpi, ma non l’umana follia". Per tutti noi oggi il futuro e il bene del piccolo Achille sono il pensiero più grande».

Anna Origgi, Maria Grazia Merati, Valentina Principi, Beatrice D’Alessio, Carla Martini, Aldo Manzoni, Davide Longhi, Alice Rossetti, Nadia Zanaboni, Maria Maggiano, Giulia Longhi, Tommaso Longhi, Manuela Costa, Nadia Correale, Paolo Galli, Patrizia Trapletti, Angela Forni, Elisabetta Caputo.