Bambina investita e uccisa da auto a tre anni, l'avvocato: "Vogliamo giustizia per Sofia"

Riprende il processo all'investitore: tanti i nodi da sciogliere. La bambina di appena tre anni rimase uccisa investita nel giugno 2013 in via Marconi a Bollate di Monica Guerci

Sopralluogo dei vigili in seguito all'incidente

Sopralluogo dei vigili in seguito all'incidente

Bollate, 28 ottobre 2014 - Sulla strada manca ancora il dosso. Mentre ieri mattina al Tribunale di Milano è ripreso il processo che vede imputato Stefano Zanca, il ventenne di Bollate accusato di omicidio colposo per aver provocato l’incidente che è costato, più di un anno fa, la vita a Sofia Vuksanaj, bimba di origini albanesi di soli tre anni. La piccola fu vittima dell’investimento avvenuto poco prima della 19 del 15 giugno 2013, nella frazione di Cassina Nuova, a qualche metro dalla casa degli zii della bambina, in via Guglielmo Marconi. Il gip a giugno scorso non aveva accolto la tesi dell’assenza di colpa su cui si basava la difesa del giovane che chiedeva l’archiviazione del procedimento, accogliendo invece la richiesta di rinvio a giudizio della Procura. «Abbiamo fiducia nel lavoro dei giudici, siamo in piena fase istruttoria - commenta Donatella Iacona l’avvocato di parte civile a margine dell’udienza -. La famiglia di questa bambina non chiede vendetta, vogliono solo giustizia e verità».

Ieri sono stati sentiti i due ragazzi che erano in auto con Zanca al momento dello schianto. Ci sono ancora tanti aspetti da chiarire. I rilievi della polizia locale hanno svelato solo alcuni aspetti della dinamica. All’arrivo degli agenti l’auto del giovane era stata già rimossa dal punto dell’incidente: resta da accertare a che velocità andasse e se il ragazzo alla guida fosse ubriaco o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, mancano i rilievi della frenata, non c’è stata una verifica delle tracce di sangue sulla strada. Le analisi tossicologiche, lievemente positive, furono fatte 5 ore dopo. Le responsabilità andranno appurate una ad una.

Prossima udienza il 13 novembre, saranno sentiti gli ultimi testimoni. I residenti di via Marconi, gli zii di Sofia all’indomani della tragedia avevano puntato il dito contro gli enti locali, perché su quella strada non sono mai stati fatti interventi per limitare la velocità. I genitori della bambina ieri ancora una volta erano presenti in aula. A parlare è lo zio, Mirash. «Non servono gli occhi per vedere che il papà e la mamma di Sofia stanno male, è un dolore che non passerà mai». E conclude: «Su quella strada è passato più di un anno e non c’è ancora un dosso». La sentenza arriverà a febbraio.