Arese, il papà di Rebecca: "Trovate mia figlia"

La madre bielorussa, condannata in Italia, ha rapito la bambina tre anni fa.

Lorenzo Dondi

Lorenzo Dondi

Arese, 2 aprile 2015 - "Cucciolo, sono passati tre anni interminabili, ma papà non molla". Dopo settimane di silenzio, Lorenzo Dondi, 47 anni, riprende a scrivere alla figlia Rebecca, che oggi ha undici anni e mezzo, rapita il 29 marzo 2012 dalla mamma Olga Kroutaleva, 41 anni, bielorussa. Papà Lorenzo, ha deciso di scrivere alla figlia dalla pagina Facebook. "Trovate Rebecca", con la speranza che, forse, parole e sentimenti possano arrivare anche alla figlia: "Sono sparito dalla pagina per il timore che ogni accenno a Rebecca potesse rendere la sua vita da ‘latitante’, più difficile, ma non ho mai smesso di lottare".

In mano papà Lorenzo ha un Decreto definitivo di affidamento di Rebecca in via esclusiva a lui, documento tradotto in russo e inviato alle autorità bielorusse: "Il tribunale dei minori di Milano finalmente, togliendo la potestà genitoriale alla mamma, mi ha affidato Rebecca. Tra l’altro il Tribunale ha condannato Olga a tre anni e mezzo di reclusione per sottrazione e trattenimento di minore all’estero, pena che sicuramente non sconterà mai - aggiunge Dondi - ma quello che mi interessa non è vedere Olga in carcere ma riabbracciare mia figlia che oggi probabilmente non ricorda più nemmemo il viso di suo padre, voglio che Rebecca abbia una vita normale qui a Milano".

Il 2 febbraio la madre è stata fermata in Lituania e poi rilasciata: "Mi hanno avvisato i carabinieri di Arese che si occupano delle indagini dal momento del rapimento, mi chiedo se Rebecca sia ancora in Bielorussia con i nonni come aveva dichiarato Olga in tribunale durante l’interrogatorio di garanzia, nell’ottobre 2013 dopo il suo rientro in Italia e l’arresto".

Avvocati in Italia e un avvocato in Bielorussia. Ma anche una causa contro il Comune di Arese, in particolare i servizi sociali cui la bambina era affidata, che fecero la richiesta di rimpatrio dopo oltre un anno e mezzo e al di fuori del termine di un anno previsto dalla Convenzione dell’Aja; causa contro la comunità protetta di Garbagnate Milanese che quel pomeriggio del 29 marzo 2012 non "si sarebbe accorta dell’arrivo della mamma al bowling".

In questi anni, papà Lorenzo, è stato sostenuto nella sua lotta per riabbracciare Rebecca dall’associazione "Vite sospese" del quale è diventato presidente della sezione Lombardia. "L’associazione vuole dare voce a tutte quelle situazioni come la mia, dove il più delle volte l’amarezza della solitudine, la freddezza della burocrazia, l’assenza dello Stato ti mettono in condizione di desistere, ma non bisogna smettere di lottare", conclude Lorenzo.