Ex Innova di Arese, per i lavoratori soldi e ossigeno

Accordo su un anno di «cassa» e, finalmente, arrivano i fondi di sostegno al reddito

Mai domi gli operai aresini dopo anni di durissime battaglie

Mai domi gli operai aresini dopo anni di durissime battaglie

Arese (Milano), 30 luglio 2015 - Un anno di cassa integrazione straordinaria, il sostegno al reddito previsto nel cosiddetto «Accordo Pavone» e un ultimo appello, "ora la Procura faccia chiarezza su quello che è successo nell’area ex Alfa Romeo di Arese". A cinque anni e mezzo dal licenziamento illegittimo, a due anni dalla sentenza della Corte d’Appello che ne ha disposto il reintegro (mai avvenuto, ndr), dopo decine di esposti e altrettante manifestazioni, buone notizie per gli ex operai dell’Innova Service di Arese, l’azienda che si occupava di gestione delle portinerie, pulizia e manutenzione dell’area. Le ex tute blu aresine tirano un sospiro di sollievo anche se la loro battaglia non è finita.

Nei giorni scorsi è stato firmato l’Accordo per la cassa integrazione straordinaria, a fare la richiesta al Ministero del Lavoro è stato il curatore fallimentare Marco Bellini: i 38 lavoratori rimasti riceveranno l’indennità per dodici mesi, dal 16 marzo 2015 (giorno in cui Innova Service ha presentato istanza di fallimento) al 16 marzo 2016. "Per molti si tratta di una boccata d’ossigeno da un punto di vista economico anche se i primi soldi li vedremo a novembre - dichiara Renato Parimbelli, delegato sindacale Slai Cobas - in questi mesi auspichiamo l’applicazione della sentenza o comunque il reinserimento lavorativo nell’area ex Alfa o nel centro commerciale che stanno realizzando".

Contestualmente all’Accordo per la cassa integrazione, il sindacato ha firmato un’intesa nella quale i lavoratori rinunciano ad altre rivendicazioni nei confronti dell’Innova Service, viene indicata la cifra di 4,1 milioni di euro di stipendi arretrati e contributi ai quali hanno diritto, rinunciano al 30% di questa cifra in cambio della rinuncia di Innova al ricorso in Cassazione contro la sentenza. "Questo per noi è positivo - commenta un’operaia - dopo cinque anni senza stipendio, molti di noi sono rimasti senza soldi e senza risparmi. Qualcuno ha dovuto vendere anche mobili e oggetti preziosi".

Nel frattempo dopo presidi di protesta e lettere di denuncia, agli ex operai Innova Service è arrivato anche il "sostegno al reddito" di circa 20.000 euro, i famosi soldi messi a disposizione dalla proprietà dell’area per i lavoratori, in cambio delle concessioni edilizie per costruire. Qualcuno pensa alle vacanze al mare, dopo anni di rinunce e sacrifici. Altri alle bollette e all’affitto da pagare. Ma tutti chiedono una cosa: "Abbiamo denunciato le porcherie fatte in questi anni nell’area, chiediamo alla Procura di indagare perché gli unici a pagare sono stati i lavoratori, mentre i responsabili della distruzione della fabbrica e dei licenziamenti sono altri", conclude Parimbelli.