Rescaldina, Scam in presidio: "Vogliamo certezze sul futuro"

L’azienda che produce alberi motore per case automobilistiche era stata sull’orlo del fallimento quattro anni fa Oggi i lavoratori chiedono la compensazione del 15% dello stipendio e chiarezza sulle prospettive di Cristiana Mariani

I lavoratori della Scam in presidio (Studiosally)

I lavoratori della Scam in presidio (Studiosally)

Rescaldina, 23 ottobre 2014 - Con un futuro incerto, ancora. Nello sguardo dei lavoratori della Scam le cicatrici si vedono eccome. Il timore di tornare a non sapere cosa succederà in futuro dopo aver tirato un sospiro di sollievo lungo quattro anni è il fantasma che si agita davanti ai loro occhi. Anche questa è la valenza del presidio davanti alla sede di Confindustria Alto Milanese a Legnano di cui una trentina dei quaranta dipendenti della Scam sono stati protagonisti ieri mattina. L’azienda ha sede a Rescaldina e si occupa della realizzazione di alberi motore per case automobilistiche come Maserati. «Il lavoro non manca - ammettono i dipendenti in presidio -, però la preoccupazione è alta. Anche perché i vertici aziendali hanno dimostrato di non avere alcun interesse ad avviare un dialogo con noi».

«Abbiamo chiesto di avere un incontro prima del 4 novembre, data per la quale era stato fissato - racconta Massimiliano Preti della Fiom Cgil -. Confindustria e azienda ce l’hanno negato sostenendo che non ci sono date disponibili prima del 4 novembre». I lavoratori continueranno con lo sciopero oggi e domani, lunedì mattina si riuniranno in assemblea per decidere come procedere in attesa dell’incontro dei sindacati con la proprietà. Quello che i dipendenti della Scam temono più di tutto è il ripetersi di quanto accaduto in passato.

Fino quattro anni or sono, infatti, l’azienda rescaldinese dava lavoro a una sessantina di dipendenti. Poi lo spettro del fallimento e il salvataggio con una nuova proprietà e un nuovo corso. Che però non è stato indolore. «Il piano di quattro anni fa comprendeva una riduzione dello stipendio del 15% - aggiunge - con rinuncia ai premi di produzione. Inoltre non sono mai stati fatti investimenti ed è questo ciò che maggiormente preoccupa i lavoratori». Visto quanto è successo in passato, infatti, i dipendenti tengono gli occhi ben aperti. «L’azienda non vuole confrontarsi sulle prospettive future - affermano i lavoratori - e quindi siamo molto preoccupati. Si paventa un nuovo rischio come quattro anni fa? Vogliamo garanzie ben precise. Chiediamo la compensazione del 15% di stipendio e il chiarimento di quali possano essere le prospettive future».