Quel "pulcino" escluso dal team, autogol dello sport

Un bambino di 10 anni di quinta elementare, calciatore fra i pulcini della Juventus Club di Parma, ha ricevuto una lettera dalla società

Milano, 25 luglio 2016 - Un bambino di 10 anni di quinta elementare, calciatore fra i pulcini della Juventus Club di Parma, ha ricevuto una lettera dalla società: “Inviamo la presente per comunicarti che non rientri più nei quadri tecnici della nostra società per la stagione sportiva 2016-2017”. Il bambino l’ha letta ed è scoppiato a piangere. Credo che quantomeno la dirigenza della società (che nulla ha a che fare con la Juve che conosciamo) avrebbe dovuto avere la sensibilità di informare la famiglia dell’esclusione. O no? Rita Pini, Milano

Bene ha fatto la mamma del bambino di Parma a informare i giornali di quanto avvenuto. Quantomeno per sollecitare, in questo modo, un’ulteriore riflessione sulle anomalie e gli episodi non certo lodevoli che a volte nascono in seno al mondo degli sport giovanili. Anomalie ed episodi che anche il «Giorno» ha avuto modo di raccontare e stigmatizzare. Nel caso specifico, oggetto della lettera, la società calcistica ha già ammesso di aver commesso un errore, scrivendo direttamente al bambino. Resta il fatto che più delle scuse a posteriori sarebbe stata preferibile una maggiore sensibilità a priori. Se non altro per evitare un trauma al bambino. Inoltre, il caso mette l’accento su tutto quanto di sbagliato si nasconde, a volte, in questi ambienti. Per esempio quando un sano agonismo e una giusta educazione allo sport cedono il passo a logiche che poco hanno a che fare con questi concetti. Chi ha un figlio che gioca a pallone lo sa. L’auspicio, in generale, è che le società trovino comunque il modo di fare giocare tutti i bambini che amano farlo e che vogliono avere una chance nello sport. Sognare e divertirsi con gli altri, a quell’età, è un diritto di tutti. sandro.neri@ilgiorno.net