Profughi in Lombardia: i conti non tornano

Scarto di 2.000 unità tra Regione e Province di FABIO FLORINDI

Profughi

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Milano, 13 febbraio 2016 - La Lombardia è la regione dove arrivano più richiedenti asilo. Secondo i dati del Viminale infatti, al 10 febbraio 2016, sul territorio lombardo ne sono ospitati 13.062. In più ci sono altri 1.052 migranti già inseriti nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). In totale la Lombardia accoglie il 13% di chi chiede asilo, la Sicilia il 12% e poi seguono più staccate Lazio, Campania, Veneto e Piemonte (tutte all’8%). Un quadro che fa parlare l’assessore lombardo alla Sicurezza, Immigrazione e Protezione civile, Simona Bordonali, di «una vera e propria invasione silenziosa», che «avviene nel disinteresse totale del governo italiano». I dati sulle province, aggiornati al 31 dicembre 2015, appaiono leggermente difformi rispetto a quelli regionali più aggiornati.

Alla fine dello scorso anno la presenza di cittadini stranieri nelle strutture di accoglienza era particolarmente rilevante a Como (1.378), Bergamo (1.314) e Brescia (1.291). Milano, con i suoi 1.202 richiedenti asilo ospitati, è solo quarta e precede Varese (1.015), Pavia (964), Lecco (843), Monza e Brianza (754) e Mantova (753). In fondo alla classifica si trovano Cremona (730), Sondrio (521) e Lodi (479). Secondo i dati del Viminale, resi noti dalla Regione Lombardia, nel 2016 ci sono stati 6.030 arrivi in Italia e le principali nazionalità dichiarate sono state: 985 Nigeria; 891 Gambia; 650 Senegal; 566 Guinea; 550 Mali; 489 Marocco; 470 Costa d’Avorio; 274 Somalia; 130 Ghana e 129 Sudan. Per l’assessore Bordonali «i numeri sono agghiaccianti». Tra l’altro «secondo i dati forniti dal Viminale, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di clandestini e solamente 5 su 100 sono rifugiati politici». Infatti «il governo italiano spende ben 166 milioni di euro all’anno per mantenere queste 13mila persone presenti in Lombardia, che tra l’altro sono in costante aumento».

Tra l'altro, aggiunge la Bordonali, «anche la provenienza di queste persone testimonia come si tratti esclusivamente di immigrazione economica. Vengono tutti da Paesi dell’Africa subsahariana. Quasi nessuno da Siria, Libia e altri Stati in guerra». L’assessore, quindi, sottolinea che «gli immigrati economici sono di fatto clandestini e andrebbero espulsi a norma di legge». Da parte sua, però, il segretario del Pd lombardo, Alessandro Alfieri, invita a smetterla con «polemiche inutili». Piuttosto la maggioranza di centrodestra in Regione Lombardia «dia una mano al premier Matteo Renzi che sta battendo i pugni in Europa per avere più risorse e sta progettando un piano dei rimpatri». E, soprattutto, «si eviti di mistificare i numeri».

di FABIO FLORINDI