Scure sulle Poste in Lombardia, in vista chiusure e riduzione di orari: "Ma non ci saranno licenziamenti"

Poste Italiane ascoltate in Consiglio regionale sulle chiusure e riduzioni d'orario: ""Le persone dei 61 uffici postali chiusi e dei 121 razionalizzati saranno utilmente ricollocate, preferibilmente nei bacini di riferimento". Cecchetti:il piano delle Poste oltre a disservizi va a creare difficoltà alle fasce più deboli della popolazione che sono inaccettabili

Le poste

Le poste

Milano, 11 febbraio 2015 - Nessun licenziamento per i dipendenti degli uffici postali della Lombardia che saranno chiusi o subiranno riduzioni di orario: lo hanno detto i responsabili regionali di Poste italiane ascoltati dalla commissione Bilancio del Consiglio regionale lombardo. "Le persone dei 61 uffici postali chiusi e dei 121 razionalizzati saranno utilmente ricollocate, preferibilmente nei bacini di riferimento per mantenere la qualità del servizio", ha affermato Giovanni Bessi, responsabile regionale della gestione operativa mercato privati, intervenuto con i responsabili di recapito, Adriano Galassini, e comunicazione territoriale, Francesca Paglia.

Ai consiglieri regionali i rappresentanti di Poste italiane hanno anche spiegato i criteri con cui è stata decisa la riorganizzazione sul territorio, hanno riferito di aver lavorato "dove la domanda di servizi è bassissima, quasi nulla" e che sono stati avviati contatti con le amministrazioni locali interessate. Al termine dell'audizione, il presidente della commissione, Alessandro Colucci (Ncd), ha spiegato che "è nostra intenzione proporre soluzioni alternative per limitare i disagi" e "caldeggiare un rapporto più diretto tra Poste e amministratori affinché si possano fare scelte condivise". 

"Prima di tagliare si devono coinvolgere i territori e percorrere strade alternative", ha aggiunto il vicepresidente del Consiglio Fabrizio Cecchetti. Anche dalle opposizioni sono arrivate sottolineature, come quella del capogruppo Pd Enrico Brambilla, per il quale "in un momento in cui a tutti i livelli si cerca la coesione sociale, il piano delle Poste oltre a disservizi va a creare difficoltà alle fasce più deboli della popolazione che sono inaccettabili". "Il piano presentato dalla Poste - ha concluso Stefano Buffagni (M5s) - non va bene e deve essere rivisto perché lascia senza servizi intere comunità".