Forza Italia-Lega-Fratelli d'Italia: questa l'unica alleanza possibile

Mariastella Gelmini: le anime del centrodestra possono convivere

Mariastella Gelmini (La Presse)

Mariastella Gelmini (La Presse)

Milano, 27 febbraio 2017 - Le due anime del centrodestra, una più moderata e liberale e l’altra più populista, non sono inconciliabili. Tutt’altro. Possono, anzi devono, convivere in una larga coalizione aperta anche ai centristi (a tutti, meno che al doppiogiochista Alfano) che sia un’alternativa alle risse del Pd e al dilettantismo dei Cinquestelle. Lo dice Mariastella Gelmini, convinta che le cose che uniscono Berlusconi e Salvini siano molte di piu’ di quelle che li dividono e che non esistano strade diverse da quella di un’alleanza Forza Italia-Lega-Fratelli d’Italia.

Il Pd che si spacca rinsalda il centrodestra? Può servire a ricompattarvi? «Il Pd tiene in ostaggio il Paese. L’Italia è paralizzata da questo conflitto all’interno del Pd, qualcuno prevede che si possa arrivare perfino alle carte bollate. Di fronte a questo indecoroso spettacolo il centrodestra ha il dovere di mostrarsi unito e di rappresentare un’alternativa seria e responsabile».

Lei non ha dubbi sull’unità della coalizione? «Assolutamente no».

Non li ha neppure Berlusconi? «Nemmeno lui. Anzi, lui è stato sempre il federatore del centrodestra, si è sempre speso in prima persona per ricucire i rapporti. Dobbiamo restare compatti. Ci sono regioni, come la Lombardia, il Veneto e la Liguria dove il centrodestra unito sta governando bene».

Nei giorni scorsi il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha detto che l’offerta politica deve essere semplificata e che è giunto il tempo di dar vita a un partito nuovo con un nome nuovo e ha proposto per la coalizione di centrodestra il nome di «Repubblicani». Lei cosa ne pensa?  «Credo che si tratti di una proposta originale che ha una sua suggestione, ma la trovo assolutamente prematura. Io rivendico la centralità di Forza Italia nella coalizione. Non è un problema di nomi. Qui si tratta di dar delle risposte concrete alla gente. Dobbiamo essere populisti nel senso di essere vicini al sentimento popolare».

Tutti insieme dunque. E i centristi? I cattolici? Ci saranno anche loro con voi?  «Le porte sono aperte per chiunque sia d’accordo con i nostri valori. Discorso diverso è per quelli che hanno fatto le valigie per inseguire le poltrone e girando le spalle agli elettori che li avevano votati. Quasi la metàdei parlamentari ha cambiato partito. Ecco, noi vogliamo inserire il vincolo di mandato: basta tradire gli elettori».

Lei è d’accordo sul fatto che in caso di vittoria, il premier lo faccia il leader del partito che all’interno della coalizione ha raccolto più voti? «Guardi, in questi ultimi anni l’unico leader che è andato al governo con i voti degli italiani è stato Berlusconi. I leader non si scelgono con le primarie, i leader li scelgono gli elettori».

Ma non è un rischio per voi? E se prendesse più voti la Lega? «Ma no, oggi Salvini va in televisione tutti i giorni, Berlusconi non c’<WC>è<WC1> mai. Nel momento in cui Berlusconi scende in campo, nessuno può competere con lui».

Onorevole Gelmini, e a Milano come vanno le cose? I renziani parlano di un «modello Milano», di un riformismo ambrosiano da riproporre a livello nazionale… «Per carità. Sono solo parole vuote. In consiglio abbiamo appena discusso un bilancio che, in assoluta continuità con Pisapia, fa solo cassa, aumentando le tasse, rendendo più difficile alle famiglie l’accesso agli asili nido, e nessuna rottamazione delle multe e delle cartelle. I milanesi sono i più tartassati d’Italia, sono quelli che pagano più multe. Io non vedo tracce di riformismo nella giunta Sala. Non ci sono proposte forti per la città, non c’è notizia del piano per le periferie, c’è solo a un aumento graduale e costante della pressione fiscale».

Però si stanno dando parecchio da fare per un progetto importante come quello di portare l’agenzia europea del farmaco a Milano, sarebbe un bel colpo per la città... «Ma se non sanno nemmeno dove metterla! Non hanno ancora individuato una sede»

Ma lei come valuta il comportamento del centrodestra in Consiglio? Nei giorni scorsi Parisi l’ha giudicato molto deludente, dice che i suoi si sono accontentati del contributo a una bocciofila o a una banda musicale… «Parisi è stato molto ingeneroso. Io vedo da tutti i consiglieri del centrodestra un impegno di qualità. Non trovo giusto trattarli come dei dilettanti. Si prodigano nel fare un’opposizione puntuale nell’interesse dei milanesi. Ad esempio, sul tema degli asili nido noi abbiamo presentato molti emendamenti che sono stati bocciati. Il bilancio ha previsto un aumento dei costi per i nidi. Poi ci siamo battuti contro gli sprechi perché nel bilancio non vi è traccia di alcun taglio alla spesa. Ci sono solo tagli al sociale e alla sicurezza e un aumento della pressione fiscale. Se poi il centrodestra ha portato a casa piccoli risultati nell’interesse dei quartieri, io non li banalizzerei e inviterei Parisi a non fare ironie su questo. Può darsi che ai cittadini stia più a cuore una bocciofila o un giardino o l’illuminazione di una via vicino a casa che non la delibera sugli scali ferroviari. Noi siamo stati eletti per migliorare la qualità della vita delle persone, che è fatta anche di queste piccole cose. Piccole, ma importanti.»