Sommersi dal guano gli uffici dell’ultimo piano del Broletto

Escrementi di piccione su sedie, stampanti e scale: chiuso il settore cultura nonostante i 5 milioni di euro spesi per l'ultima ristrutturazione nel 2010

Le scrivanie coperte con i teli di cellophane Spostati i dipendenti

Le scrivanie coperte con i teli di cellophane Spostati i dipendenti

Pavia, 7 ottobre 2015 - Scrivanie coperte con il cellophane e dipendenti ‘sfrattati’. Alcuni uffici del settore Cultura, a cominciare da quello dell’assessore Giacomo Galazzo ospitati a palazzo Broletto, sono chiusi a causa di infiltrazioni di escrementi di piccione. Si trova sugli scalini attraverso i quali si accede agli uffici, ma anche sulle stampanti e sulla sedia dell’assessore. «C’è un gravissimo rischio sanitario per i dipendenti e gli utenti, come consigliere comunale – ha detto Matteo Mognaschi, ex assessore alla Cultura e oggi capogruppo della Lega – mi vedo costretto a chiedere all’Asl di intervenire. Vorrei che si effettuasse un sopralluogo perché non è possibile soltanto pulire, bisogna disinfettare». Il problema potrebbe derivare dal sottotetto che si trova in quella parte del palazzo e non, ad esempio, sopra il salone dove non si sono verificate infiltrazioni. Eppure l’intero edificio è stato ristrutturato nel 2010 con un investimento di circa 5 milioni di euro effettuato dallo Iuss (istituto universitario studi superiori) che ha la sua sede proprio nell’antico palazzo. In base alla convenzione stipulata tra lo Iuss e il Comune, il Mezzabarba non ha speso un euro per i lavori, ma ora si dovrà occupare della manutenzione. «Interverremo il prima possibile – ha garantito l’assessore ai Lavori pubblici, Fabio Castagna –. Entro la fine di questo mese effettueremo la pulizia dei locali e un’igienizzazione, ma poi dovremo preoccuparci del problema strutturale perché anche se il guano non era mai comparso prima, anche in passato il palazzo è infestato dagli animali, quindi deve esserci qualcosa che non va».

Dopo aver risolto l’emergenza, si dovrà valutare se i lavori di ristrutturazione sono stati eseguiti male o se l’impresa che aveva ottenuto l’appalto si è attenuta alle disposizioni e ha effettuato opere in economia. «Valuteremo ogni aspetto – ha proseguito Castagna –, resta il fatto che al momento il guano trovato negli uffici del settore cultura ci implica un ulteriore esborso di denaro che non avevamo preventivato».

manuela.marziani@ilgiorno.net