Telecamere a Pavia: molte non funzionano e l'appalto è sospetto

La direzione dei lavori affidata a un dipendente della ditta appaltatrice invece che a un dipendente comunale. Senza contare che per la manutenzione si spendono 90mila euro l'anno ma moltissimi impianti sono spenti o inutili

Installazione delle telecamere

Installazione delle telecamere

Pavia, 31 marzo 2015 - Occhi elettronici a controllare la città. Occhi elettronici installati con un dipendente della ditta che si è aggiudicata l’appalto a controllare l’andamento delle opere in qualità di direttore dei lavori. Stando alla legge dovrebbe essere un dipendente dell’ente pubblico a occuparsi della direzione dei lavori, perché dovrebbe fare l’interesse l’interesse della collettività. Se poi all’interno dell’ente mancassero le competenze necessarie, allora si potrebbe incaricare un professionista esterno, comunque vincolato ad agire con riguardo all’interesse pubblico. In questo caso non mancavano le competenze (che forse il dipendente della ditta appaltatrice neppure possedeva) eppure l’incarico di direttore dei lavori e di verficare gli stati di avanzamento liquidando di volta in volta le somme dovute alla ditta, applicando penali in caso di inosservanza dei patti contrattuali, è stato affidato a un dipendente della ditta esterna. Non è detto che con questa decisione non sia stato fatto l’interesse pubblico, ma di sicuro non sono state rispettate le procedure. E, che ci sia o meno un legame, resta un’altra certezza: oggi molte delle 107 telecamere non funzionano.

E’ lungo l’elenco di 'impianto inattivo' per segnalare un 'occhio elettronico chiuso'. Ma i soldi sono stati spesi. E tanti, senza contare che non è finita perché adesso si continua a pagare per un contratto di manutenzione piuttosto oneroso. In un primo momento a Pavia sono stati investiti quasi 236mila euro ai quali se ne sono aggiunti 120mila. Dovevano monitorare il centro e anche le periferie, invece quando servono non sono in grado di trasmettere alcuna immagine. Lo si è visto nel caso del pirata della strada di via Solferino, dove le telecamere hanno registrato il passaggio dell’auto che ha invistito il pedone, ma l’immagine è talmente sgranata da rendere difficile l’identificazione della targa per risalire al nome della persona alla guida.

Ma se le telecamere di sorveglianza zoppicano, le 11 che devono rilevare le auto in ingresso nella zona a traffico limitato galoppano. Non perdono un colpo e non si perdono una multa da elevare. Per controllare che non si blocchino in tre anni l’amministrazione spende 158mila euro (oppure 55mila euro l’anno), mentre per la manutenzione delle telecamere di sorveglianza il contratto decennale ammonta a 350mila euro (37mila l’anno). Complessivamente si spendono circa 90mila euro l’anno e molti impianti restano inattivi.