Svolta nello stupro di via Cossa a Pavia. Fermato un egiziano, era già in carcere

A incastrarlo sia il Dna sia le immagini delle telecamere della zona. L'uomo era già in cella per una rapina del 6 febbraio

CENTRO Via Cossa si trova  a pochi passi dal Duomo Qui si è consumato lo stupro (Torres)

CENTRO Via Cossa si trova a pochi passi dal Duomo Qui si è consumato lo stupro (Torres)

Pavia, 1 aprile 2015 - Il provvedimento di fermo gli è stato notificato in carcere ieri pomeriggio. Mahamoud Nadi Hussein Mahdi, 30enne egiziano senza fissa dimora, è accusato della violenza sessuale avvenuta all’alba dell’11 dicembre in via Cossa, ai danni di una studentessa 20enne. Era già in carcere dal 6 febbraio, quando era stato fermato per una rapina notturna ai danni di una donna di 44 anni, messa a segno nella notte del 4 febbraio, in via Langosco, nella zona di Porta Garibaldi.

Per quella seconda aggressione, era stato riconosciuto non solo dalla vittima ma soprattutto dal vicino di casa intervenuto in soccorso della donna, che con l’egiziano aveva avuto una colluttazione e lo aveva visto bene in volto. Gli uomini della squadra Mobile, guidata da Francesco Garcea, lo avevano già individuato tra una rosa di sospettati, perché avevano appurato che era solito aggirarsi in centro storico nelle ore notturne. E il sospetto che fosse coinvolto anche in altre aggressioni avvenute in precedenza è poi stato confermato almeno per il più grave episodio avvenuto in città, la violenza sessuale di via Cossa.

Il Dna prelevato sulla vittima dello stupro, che corrisponderebbe proprio a quello del 30enne egiziano, è stato l’indizio determinante per il provvedimento di fermo che gli è stato notificato ieri. Ma anche altri indizi lo collocherebbero sulla scena della violenza sessuale. Le celle telefoniche alle quali è risultato agganciato il suo cellulare la notte dell’11 dicembre, confermerebbero infatti la sua presenza nella zona, anche se non sarebbe bastata come prova, perché il raggio di copertura di una cella è troppo ampio. Ma la sua struttura fisica corrisponde anche a quella dell’uomo ripreso dalle telecamere in centro storico nella notte della violenza sessuale.

Una figura della quale non si vede nelle immagini il volto, coperto anche da un cappellino da baseball con visiera, che cammina portando a mano una bicicletta. Un’immagine registrata non in via Cossa ma nelle vicinanze, che però ha portato gli investigatori della Mobile a cercare di identificare quell’uomo, che passando nelle vicinanze o era un testimone che poteva aver visto o sentito qualcosa, oppure era proprio lui il responsabile dello stupro. La studentessa 20enne non era riuscita a vedere in volto il suo aggressore, che l’aveva avvicinata da dietro, prima strappandole la borsa mentre stava aprendo il portone del palazzo in via Cossa, poi spingendola nell’androne e violentandola.