Spacciatore internazionale riconosciuto dai dentoni: arrestato "Chuck il castoro"

Pavia, il 37enne marocchino era latitante da 7 anni ma appena tornato in Italia è stato tradito proprio dalle sue caratteristiche fisiche

I carabinieri e, nel riquadro, Mohamed Ourdane alias il "castoro"

I carabinieri e, nel riquadro, Mohamed Ourdane alias il "castoro"

Vigevano, 26 aprile 2015 - Deve scontare tre anni di carcere, condannato in contumacia dal Tribunale di Pavia. E dal giugno 2008 è colpito da un decreto di latitanza emesso dal Tribunale di Lodi, ricercato per un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a seguito di un’indagine antidroga dei carabinieri di San Colombano al Lambro. Ma nel giugno 2005 era anche già stato arrestato dai carabinieri di Piacenza, che nel garage della sua abitazione a Miradolo Terme avevano trovato e sequestrato 15 chili di hascisc. All’epoca il Nucleo investigativo dei carabinieri di Piacenza era guidato dall’attuale comandante della Compagnia di Vigevano, il capitano Rocco Papaleo, che ora ha personalmente riconosciuto il volto di Mohamed Ourdane, 37enne marocchino, facendolo arrestare.

Un volto riconoscibile per gli incisivi sporgenti che lo avevano fatto soprannominare «Chuck il castoro» (con riferimento alla serie di cartoni animati giapponesi Don Chuck Castoro), o anche semplicemente «dentone». E che pare fosse la sua firma all’epoca in cui spacciava tra Piacentino, Lodigiano e Pavese, perché spezzava i panetti di hascisc con i denti. Che, a suo dire, si sarebbero modificati proprio a causa del frequente e improprio utilizzo. Sta di fatto che la caratteristica del suo volto lo ha portato ora in carcere a Torre del Gallo, a pochi giorni dal suo rientro in Italia dopo una lunga latitanza in Marocco. Era a capo di una delle bande dei cosiddetti «uomini nutria», gruppi di spacciatori che si nascondevano nei fossati d’irrigazione della Bassa pavese, tra i comuni di Genzone, Santa Cristina e Bissone e Belgioioso. Poi era diventato il ras della «Montagnola», località nel Comune di Miradolo Terme molto conosciuta da consumatori di stupefacenti che arrivavano per comperare droga non solo dalla provincia di Pavia ma anche da quelle confinanti di Lodi e Piacenza. Nell’evoluzione dell’attività criminale, lo stesso 37enne marocchino era poi diventato il referente dell’attività di spaccio che avveniva negli autolavaggi self-service lungo le strade fra Corteolona, Pieve Porto Morone e Castel San Giovanni. Tra il 2006 e il 2009 è accusato di essere stato a capo delle cellula in Italia di trafficanti di stupefacenti che rifornivano grossi quantitativi non solo di hascisc ma anche di cocaina, con un traffico internazionale che partiva dalla Spagna.

stefano.zanette@ilgiorno.net